Ti mangerei di baci
“Pelle di pesca, capelli di grano, labbra carnose; ti mangerei di baci, la luna di miele…â€, tutte metafore alimentari che non sono affatto casuali: quello tra cibo e sesso è infatti un rapporto antico, con il quale ci misuriamo sin dalla nostra nascita,  quando mangiare rappresenta un mondo intero composto da odori, sensazioni tattili, rassicurazione, possibilità di essere avidi, pigri, addormentati, di sentire amore e di segnalare desiderio, e che diventando adulti fa riferimento ad una funzione del cibo diversa, ma parallela a quella nutrizionale. Fra le numerosissime riflessioni, vi propongo questa di Giuliana Proietti, tratta da www.psicolinea.it  che sintetizza efficacemente l’argomento: Â
“Se andiamo a guardare alle tradizioni della nostra cultura e soprattutto ai miti, ci accorgiamo che i piaceri della gola sono, da sempre, legati a quelli della sessualità : il peccato di Adamo ed Eva non viene infatti raccontato dalla tradizione attraverso la metafora della mela tentatrice? Tornando a fatti recenti, le pubblicità dei prodotti alimentari, non fanno continuo ed esplicito riferimento alla sessualità ? Pensiamo a ‘fate l’amore con il sapore’, oppure alla donna che si isola da tutti e si chiude in una stanza a mangiarsi un gelato, per fare qualche esempio. Il cibo ed il sesso sono parenti stretti, nel senso che hanno molto in comune, anche se non sempre riescono a stare bene insieme: per prima cosa rappresentano dei piaceri intensi ed appaganti, naturali e abbastanza abbordabili per tutti (anche se vi sono, come sappiamo, molte differenziazioni riguardo alla qualità e alla quantità in cui essi sono fruibili nelle diverse zone del mondo e nei diversi ceti sociali).C’è poi un altro aspetto simbolico che li lega, ovvero la socialità : si mangia e si fa sesso insieme ad altre persone; se non c’è condivisione, entrambi i comportamenti non sono ben visti. Pensiamo alla generale condanna dell’autoerotismo, quanto al detto popolare ‘chi mangia da solo si strozza’… Infine, il discorso dell’autocontrollo: le regole sociali ci dicono che è lecito mangiare, ma non sempre, non tanto quanto vorremmo, non in tutti i momenti, non in tutti gli ambienti. Allo stesso modo accade per quanto riguarda la sessualità , anch’essa in costante oscillazione fra libertà e repressione, tra pulsione e controllo.Un’altra considerazione è legata alla storia dell’umanità . Il cibo ed il sesso sono stati, per millenni, fondamentali per garantire la sopravvivenza della specie:  se non mangiamo ci ammaliamo, muoriamo; se non facciamo sesso non ci riproduciamo. Dunque, in assenza dell’atto del mangiare, come di quello legato al rapporto sessuale, l’essere umano non avrebbe potuto vincere la sfida per la sopravvivenza.(…)L’anoressia ha preso il posto dell’ascetismo (nato proprio in opposizione al peccato di gola, prodotto da impulsi corporei incontrollabili). Le anoressiche infatti rinunciano volentieri sia alla sessualità , sia al cibo, mentre i soggetti bulimici si concedono grandi abbuffate e relazioni di coppia marcatamente sessuali, delle quali inevitabilmente si pentono, solo che, al contrario di quanto fanno col cibo, non possono completamente espellerle da sé stessi.Gli attacchi di fame di chi soffre di bulimia hanno un forte significato simbolico: riempiono un vuoto affettivo, placano l’angoscia, cercano una soddisfazione socialmente più accettata rispetto a quella illecita che spesso il sesso rappresenta. Chi soffre di disturbi alimentari spesso deve combattere contro ossessioni segrete, intorno alle quali costruisce e regola la sua esistenza.Dovendo scegliere se dare la priorità al piacere del sesso o a quello del cibo, si sono notate molte differenze fra i due sessi. Qualche tempo fa fece scalpore, in Inghilterra, un sondaggio nel quale si chiedeva a mille inglesi a quale piacere non avrebbero mai rinunciato: le donne misero in cima alla lista il cioccolato (34%) e solo in seconda posizione il sesso. I maschi invece dichiararono che mai avrebbero rinunciato al sesso (50%) ed in seconda istanza all’alcool (37%). Certamente, se invece del cioccolato le donne avessero dovuto scegliere fra il salame o il formaggio ed il sesso, i risultati sarebbero stati sicuramente diversi, ma è un fatto che fa pensare molto, non solo alle differenze organiche e psichiche che ci sono fra i due sessi, ma anche sulle differenze di aspettative e di soddisfazione dei bisogni esistenziali che orientano le persone verso una strada o verso l’altra.â€Â  Ecco l’Url di un blog sul quale sono narrate in prima persona esperienze di disturbi alimentari: http://blog.libero.it/bricioledipane/view.php?nocache=1165412551Â
Ancora prima del cinema, è stata ovviamente la letteratura a cimentarsi con il rapporto tra cibo e sesso… Norman Douglas, ad esempio, autore di uno dei più fortunati racconti di viaggio nelle terre di Calabria, quell’ “Old Calabria†cui è intitolato anche un Parco Letterario (www.oldcalabria.it), diede alle stampe un gustosissimo manuale dal titolo Venus in the Kitchen or Love’s Cookery Book, un divertissement intellettuale condiviso con alcuni amici, le cui vicende editoriali (concepito nel 1929, e uscito postumo nel 1952) sono narrate sul sito  www.italmensa.net/articolo.asp?id=585Â
Esempio letterario/autobiografico dei nostri giorni è “Afrodita, raccolta di racconti, ricette ed altri afrodisiaciâ€, di Isabelle Allende
“I cinquant’anni sono come l’ultima ora del pomeriggio, quando il sole tramontato ci dispone spontaneamente alla riflessione. Nel mio caso, tuttavia, il crepuscolo mi induce al peccato.
Forse per questo, arrivata alla cinquantina, medito sul mio rapporto con il cibo e l’erotismo, le debolezze della carne, che più mi tentano, anche se, a ben guardare, non sono quelle che più ho praticato.â€
 In quello che è uno dei passaggi più significativi dell’intero libro,
“… Gli uomini che sono passati dalla mia vita li ricordo cosi, alcuni per la qualità della loro pelle, altri per il sapore dei loro baci, l’odore dei loro indumenti o il tono dei loro sussurri, e quasi tutti sono associati ad un alimento particolare. Il piacere carnale più intenso, goduto senza fretta in un letto disordinato e clandestino, combinazione perfetta di carezze, risate e giochi della mente, sa di baguette, prosciutto, formaggio francese e vino del Reno. Non posso separare l’erotismo dal cibo, e non vedo nessun buon motivo per farlo…â€.                                Â
 “La grande abbuffata†(Marco Ferreri), “Il fascino discreto della borghesia†(Luis Bunuel), “Mangiare, bere, uomo, donna†(Ang Lee), “Pranzo di Babette†(Gabriel Axel), “The cook†(Peter Greenaway), “Trainspotting†(Danny Boyle) ….. e la lista potrebbe continuare per parecchio; fra tutte le espressioni artistiche, quella che utilizza maggiormente il cibo come simbolo della sensualità corporea (e non solo) è certamente il cinema.        Â
Il vecchio capofamiglia e grande cuoco Chu, chiude il film di Ang Lee con questa celebre battuta dal sapore esistenziale:  “Mangiare, bere, uomo, donna. Cibo e sesso, caro mio! Desideri fondamentali dell’uomo. Non se ne può fare a meno. Ma è tutto qui? Questa me la chiami vita?â€.Â
Quanto alla fotografia, beh, a parte le immagini di stock, e qualche tentativo che ha il sapore dell’effetto vernissage, si tratta probabilmente di un campo di indagine non semplice. Da   www.arte.go.it/eventi/2007/1163.htm :In occasione della presentazione dei menù esclusivi ispirati ai 7 peccati capitali al Radissonansas es.hotel, un evento che fonde l’arte, l’erotica e il cibo con il lusso (…) l’artista Fabiana Roscioli esporrà un’ampia selezione dei suoi lavori comprendenti quadri fotografici, videoinstallazioni e pittura.Â
Dalla presentazione della mostra  IL CIBO DEGLI DEI“Il cibo come piacere e’ l’opera-ricerca proposta da Francesco Arena, genovese, che propone le modalità per corretta -alimentazione d’amore-; Casaluce Geiger- pugliese propone uno strano mercato alimentare composto oltre dalla frutta anche dalla presenza di corpi nudi straiati nel supermarket.(…)â€Â Nulla dunque di particolarmente interessante, e forse per questo, uno stimolo in più per tutti noi…
Tutta esta gente che piangendo canta
per seguitar la gola oltre misura,
in fame e ’n sete qui si rifà santa.
(Purg. XXIII, 64-66)
Attilio LauriaÂ
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Posted by admin on Ottobre 7th, 2007 filed in Spunti e Spuntini |