Accademia Italiana della Cucina
A proposito dell’Accademia, ecco alcuni passi dal Manifesto, reperibile integralmente all’indirizzo www.accademiaitalianacucina.it/indatti.html
Si va sempre più affermando il concetto che anche la cucina e soprattutto la gastronomia sono cultura, con tutto il loro bagaglio di storia, di tradizione, di forte incisività sulla struttura sociale. L’Accademia si sente protagonista di questo processo altamente qualitativo di recupero culturale, rilevando come sia necessario porre molta attenzione alla qualità dell’approccio culturale alla gastronomia, alla correttezza dell’informazione, alla difesa delle diversità fra le diverse culture, contro i pericoli dell’omologazione e della globalizzazione culturale.(…)Si sta assistendo ad una trasformazione del convito da momento d’aggregazione famigliare o di amicizia in atto di mera esibizione. L’Accademia tende, in quest’ambito, a salvaguardare i valori sociali, culturali e morali del convito inteso come felice parentesi di conversazione, di gioia, di piacere e di amicizia. Non bisogna però dimenticare il gran valore educativo della tavola famigliare, elemento essenziale e propedeutico per l’educazione al gusto delle giovani generazioni.(…)Viviamo il passaggio da una società moderna, d’impostazione ottocentesca, ad una società postmoderna (e multietnica), nella quale alla cultura della tavola viene sostituita la pseudo cultura del consumo. Le principali caratterizzazioni del consumatore postmoderno sono la sua complessità , irrazionalità , edonismo in molti comportamenti, eclettismo e sincretismo, che si manifestano con un cambiamento accentuato e soprattutto imprevedibile. L’Accademia, riconoscendo lo stato di fatto, ritiene che un ricupero della cultura del cibo, della cucina e della tavola siano indispensabili per un equilibrio psicofisico del cittadino e della società .(…)L’epoca in cui viviamo è contrassegnata in maniera sempre più invasiva da una serie di mode e contromode che interessano da vicino la gastronomia e che si associano ad una perdita delle tradizioni alimentari, ma soprattutto di precisi punti di riferimento gastronomici. Ne consegue l’imperversare del fast food, della sempre più prepotente presenza dell’hamburger nell’alimentazione giovanile, delle diete più o meno strampalate, della ciclica proposta d’alimenti sempre nuovi come la rucola, il pomodoro di Pachino, i frutti esotici. L’Accademia è decisamente contraria a quest’imbarbarimento della tavola tradizionale, anche attraverso l’inserimento di prodotti estranei o fittizi.
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Posted by admin on Ottobre 31st, 2007 filed in Spunti e Spuntini |