Sciopero della pastasciutta
Piccola parentesi legata alla cronaca: il 13 settembre 2007 è stato indetto dalle associazioni dei consumatori Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori lo “sciopero della pastasciutta”, per protestare contro l’aumento eccessivo di prezzi dei beni di consumo, a cominciare da quelli di prima necessitĂ .Â
Ma perchĂ© proprio uno sciopero della pastasciutta è stato chiesto a Carlo Pileri, presidente dell’Adoc:  “PerchĂ© è  un nostro piatto tipico (…)”.Â
E in effetti, quando si pensa oggi alla pasta, sembra scontato che si tratti dell’alimento per antonomasia degli italiani, e che le cose stiano così almeno da diversi secoli. Eppure, come mette in evidenza Daniele Barbieri su Slow Food, la storia del costume degli italiani ci dice che appena trent’anni fa questa considerazione non era affatto scontata. Negli anni Sessanta e Settanta l’uso della pastasciutta era, infatti, diffusamente vissuto come una sorta di “analfabetismo alimentare”, tipico del folclore locale, un’alimentazione gastronomicamente rozza e poco dietetica. Un certo mito del progresso alimentare che dominava negli anni del post boom economico induceva a saltare il primo, a favore della carne o della mozzarella. La pasta era considerata provinciale, di basso pregio, plebea e ingrassante.Â
D’altra parte, non è un caso se ancora oggi alcuni stranieri ci chiamano (con un pò di disprezzo) “maccaroni”. Addirittura, quando un noto settimanale tedesco, negli anni ‘
Solo a partire degli anni Ottanta si assiste ad un’inversione di tendenza, forse anche a ragione di una ritrovata fiducia in se stessi e nei propri valori secolari da parte degli italiani; e si diffonde contestualmente il mito della dieta mediterranea. L’affermazione: “La pastasciutta è una delle cose che mi piacciono di più” trova nel 1985 appena il 31,6% di consensi, ma arriva nel 1993 giĂ al 43,3%.Â
Lo spot d’autore girato da Federico Fellini nel 1984 per
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Posted by admin on Ottobre 7th, 2007 filed in Spunti e Spuntini |