Il grande sogno
14 giugno - 7 settembre 2014
Federico Patellani
La più bella sei tu

Federico Patellani 
di Giovanna Calvenzi

“Federico Patellani l’ho conosciuto a Milano negli anni Trenta. Eravamo a Milano e volevamo fare il cinema. Io venivo da cinque anni di Politecnico, lui da altre scuole, soprattutto da altre esperienze di vita. Volevamo fare il cinema a Milano, con il produttore Carlo Ponti. Ma il cinema, a Milano, non tirava, bisognava andare a Roma. Ci dicevamo sempre: “Da Milano bisogna scappare”. Ma scappai solo io. Con Carlo Ponti, dopo l’8 settembre. Patellani invece rimase e lì fece la sua straordinaria carriera di fotografo a Tempo e in tanti altri giornali. (…)”. Inizia così un testo di Alberto Lattuada (a cura di Fausto Gianì) scritto in occasione della seconda edizione di La più bella sei tu. Il libro ha una storia davvero straordinaria. Nel 1977, poco dopo la morte di Federico Patellani, riordinando l’archivio avevamo trovato una cartella di fotografie sulla quale lo stesso Patellani aveva scritto “L’era delle Miss”. A Kitti Bolognesi, a me ma soprattutto a Cesare Colombo e a Tamara Molinari era venuta l’idea di pensare a un libro che ricostruisse un momento specifico della carriera di Patellani. Dal 1947, infatti, per incarico di Tempo, Patellani aveva seguito i primi concorsi di bellezza e subito dopo, grazie all’amicizia con Carlo Ponti, Alberto Lattuada e Dino De Laurentis, era stato testimone della rinascita del cinema italiano. Dopo la pubblicazione su Tempo, su Le Ore, o qualche altro periodico illustrato dell’epoca, le sue immagini non erano più state ripubblicate. Era nata così la prima edizione di La più bella sei tu. Cesare Colombo aveva costruito la sequenza delle immagini e contribuito con un suo testo e Tamara Molinari aveva intervistato Dino Villani, creatore dei primi concorsi, Alberto Lattuada, recuperato testi e didascalie d’epoca, intervistato ex concorrenti. La Casa Editrice Magma lo aveva pubblicato nel 1979 ma nell’arco di poche settimane l’Editore era morto e tutto il suo patrimonio era entrato a far parte dell’asse testamentario in una causa di fallimento. Il neo-nato libro passava quindi dai magazzini dell’Editore al macero e si salvavano solo pochi esemplari che sarebbero finiti ai Remainders’. Nel 2001 l’archivio Patellani è stato affidato alla Regione Lombardia e quindi al Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo. In quell’occasione abbiamo pensato che lo straordinario lavoro realizzato da Patellani meritasse di essere presentato con una nuova veste grafica, nuovi testi, nuovi editori (Peliti Associati e Actes Sud). Tuttavia le immagini di Patellani legate ai concorsi di bellezza e al cinema italiano del dopoguerra sono una piccola cosa se commisurate alle circa 700.000 immagini realizzate nei suoi quasi quarant’anni di professione. Dal 1935, infatti, Patellani è stato un testimone colto e appassionato della realtà italiana e non solo, e ha collaborato con i più prestigiosi periodici internazionali. Per qualche anno ha fatto parte della redazione di Tempo (fino al 1952), il primo grande periodico illustrato italiano, nato a cavallo della guerra sulle orme di Life. Era stata per lui un’esperienza preziosa, in un settimanale che traduceva l’esperienza americana adattandola alla realtà italiana. Patellani era giornalista e fotografo, in un momento in cui una fotografia serviva quanto la parola scritta per informare il lettore in un Paese con un altissimo tasso di analfabetismo. E al servizio del lettore aveva creato per Tempo i “fototesti”, brevi servizi fotografici corredati da lunghe didascalie. Quando nel 1947 il giornale lo manda a fotografare la seconda edizione del concorso di Miss Italia, Patellani lo fa con curiosità e disincanto. Le sue immagini non riescono a nascondere una giocosa ironia nei confronti delle ambizioni di tante giovani donne che vivono il concorso di bellezza come passaporto per un miglioramento sociale, in molti casi come unica possibilità per far fronte alle difficoltà del dopoguerra. E la sua esperienza di raffinato fotogiornalista gli consente di realizzare immagini che, a distanza di oltre mezzo secolo, ci raccontano con immutata immediatezza un mondo e dei volti che ci aiutano a capire come eravamo.
 
Biografia
 
Federico Patellani nasce il 1° dicembre 1911 a Monza, da una vecchia famiglia milanese. Durante il periodo universitario partecipa a movimenti artistici e letterari. Laureato in Legge, affianca alla professione di avvocato la passione per la pittura. Richiamato come ufficiale del Genio, nel 1935 partecipa alle operazioni dell’Esercito italiano in Africa Orientale. E’ proprio in questo periodo che incomincia a fotografare in modo professionale. I suoi servizi (che verranno pubblicati dal quotidiano milanese L’Ambrosiano) raccontano l’ambiente locale e la guerra. Nel giugno del 1939, di ritorno dall’Africa, lascia pittura e diritto per iniziare quella che diventerà una lunga collaborazione con il settimanale Tempo, di Alberto Mondadori. I reportage di Patellani segnano profondamente la vita della rivista, a ragione considerata come uno dei principali esempi di fotogiornalismo italiano. Per Tempo, Patellani crea i “fototesti”: ampi servizi fotografici corredati da lunghe didascalie scritte dallo stesso Patellani. Tra i collaboratori letterari: Massimo Bontempelli, Raffaele Carrieri, Emilio Cecchi, Enrico Emanuelli, Indro Montanelli, Guido Piovene, Salvatore Quasimodo, Leonardo Sinisgalli, Cesare Zavattini. Bruno Munari è l’art director. Realizza poi, tra gli altri servizi, una memorabile serie di immagini sulla Milano bombardata nell’agosto del 1943. Dopo due anni di internamento in Svizzera, ritornato a Milano, collabora per circa un anno con il Corriere Lombardo per rioccupare il suo posto nella redazione di Tempo, che riprende le pubblicazioni nel 1946 con la direzione di Arturo Tofanelli. Vi collabora in esclusiva fino al 1952, quando decide di diventare free-lance. Crea la Pat Photo Pictures, una struttura che si avvale della collaborazione di numerosi fotografi. Inizia la sua collaborazione con altre testate sia italiane che europee. Nel 1952 realizza un ampio servizio sul meridione dal titolo “Italia Magica”. Nel 1953 è aiuto regista di Alberto Lattuada per il film “La Lupa”. Nel 1954 è in Grecia e in Turchia e, l’anno successivo, ancora nel sud dell’Italia: in questi due anni realizza due documentari per la televisione: “Viaggio in Magna Grecia” e “Viaggio nei paesi di Ulisse”. Per qualche anno continuerà a essere testimone puntuale della realtà italiana, lavorerà anche per un paio d’anni per la casa di produzione cinematografica di Dino De Laurentiis, ma cresce in lui l’insofferenza nei confronti dell’uso che i periodici italiani fanno della fotografia. Nel 1956 realizza un lungometraggio cinemascope a colori dal titolo “America pagana” e un servizio fotografico dallo stesso titolo per Epoca. E’ di nuovo Epoca, nel 1957, a pubblicare su 160 pagine il reportage “Paradiso nero”: un viaggio, con il figlio Aldo, di 25.000 chilometri in Land Rover, dal Congo Belga al Kenya. Con sempre maggiore determinazione il lavoro professionale di Patellani si svolge soprattutto in viaggio, pubblicando i servizi su Epoca, La Domenica del Corriere, Successo, Storia Illustrata, Atlante, Tempo e numerose riviste internazionali. Patellani ha fatto più volte il giro del mondo per i suoi servizi di impronta nettamente giornalistica che concedono pochissimo al folklore. Il suo ultimo viaggio e il suo ultimo reportage sono a Ceylon, nel 1976. Muore a Milano il 10 febbraio 1977.