3ยช Biennale dei Giovani Fotografi Italiani
22 settembre - 18 novembre 2012
Istituto Italiano di Fotografia
Sezione scuole

di Gigliola Foschi

Leggiamo spesso articoli con statistiche che indicano le enormi difficoltà d’affermazione e indipendenza dei giovani. Ma chi sono davvero, quali reali difficoltà incontrano? Come si sentono “dentro”, se quello che li circonda è un mondo inospitale, dove ogni segno di intima fragilità o incertezza sembra condannare all’emarginazione? Volendo dare voce alla vita reale e al sentire più autentico dei giovani, alcuni studenti si sono resi conto che la fotografia, da sola, non sarebbe bastata: si presentava infatti come un mezzo comunicativo insufficiente per far emergere le difficoltà e i sentimenti che si celano dietro i loro stessi volti. Per questo hanno aggiunto testi, a volte parole, protesi in uno sforzo di vicinanza e di approfondimento. Così Emanuele Gibertini e Carola Ducoli ritraggono alcuni giovani che ci guardano negli occhi mentre mostrano un testo in cui esprimono le loro emozioni o riassumono la loro condizione lavorativa. “Sono un’insegnante di scuola media. Ogni anno il mio contratto scade il 30/06 e il mio lavoro sembra perdere significato”, si legge nel foglio impugnato da una ragazza ritratta da Gibertini davanti alla scuola dove presto la sua presenza sarà considerata inutile. Come tanti altri giovani anche lei avanza dentro un territorio minato in cui la posta in gioco è altissima: continuare a dare un senso al proprio lavoro, insistere ad amarlo, oppure, a un certo punto, cadere spezzati a terra privi di energie. Giulia Laddago raccoglie voci e storie di cinque ragazzi che rivelano il loro sentire più profondo, fatto di sogni, aspettative e disillusioni, paure e rabbia. La periferia in cui vivono non è più quella fotografata negli anni Cinquanta, dove i fidanzati si baciavano davanti a una città che avanzava trionfante, come a suggerire che insieme i due innamorati avrebbero intrapreso un viaggio verso un futuro migliore da conquistare. Nelle immagini di Giulia non c’è più ottimismo: i suoi giovani sono soli, intrappolati dentro case senza cielo, provvisorie come la loro stessa vita. E da soli, senza niente a cui aggrapparsi, devono trovare la forza per continuare a sperare in un cambiamento. Delicati e evanescenti sono poi i ritratti femminili di Giulietta Consiglio, da cui emergono scritte con pensieri intimi in cui la ricerca di se stessi si rivela anche tensione tra interiorità ed esteriorità. Marianna Parmeggiani e Valentina Volpato, ci mostrano invece una Atene che spezza il cuore: in alto campeggia trionfante l’Agorà, tutt’attorno negozi sprangati e chiusi, strade prive di vita, muri imbrattati e marciapiedi divelti, come se l’abbandono e la disperazione fossero penetrati nelle pieghe più intime della città e dei suoi abitanti. Sarà forse questo il mondo del futuro?