Portfolio Italia 2015
28 novembre 2015 - 14 febbraio 2016
Valeria Dimaggio
Io sono Roberto

di Susanna Bertoni

Valeria Dimaggio, con il portfolio "Io sono Roberto", propone una serie di immagini che descrivono con un linguaggio efficace, essenziale e diretto, il cambiamento fisico di un ragazzo, Roberto, dopo essersi sottoposto a cure mediche per riequilibrare finalmente la propria identità sessuale con quella di genere, abbandonando, a poco a poco, quel corpo di donna che lo aveva tenuto prigioniero e che è stato causa di sofferenza. E così, in questo preciso momento della propria vita, Roberto si svela con orgoglio all'autrice che, con grande sensibilità, documenta, nel tempo, la sua metamorfosi, accompagnandolo con discrezione lungo il proprio percorso. La storia ha inizio con il protagonista in abiti maschili, sguardo pensieroso in un volto paffuto ed imberbe che ancora tradisce la natura femminile. Ma è la seconda foto ad essere la chiave di volta, che da sola urla forte e chiara la convinzione di Roberto: l'immagine della prescrizione medica della sospirata cura ormonale, che mette il ragazzo nella condizione di essere avviato ufficialmente alla nuova vita e l'osservatore con le spalle al muro. L'assunzione di testosterone, ormone androgeno per eccellenza, comporta importanti mutamenti fisici e psicologici in chi lo assume e Valeria Dimaggio riesce a cogliere, con rispetto, la nuova nascita di Roberto, che da crisalide diventa farfalla, fino alla piena consapevolezza di sé dell'ultima foto dove, sguardo soddisfatto e ironico, sapone da barba in una mano e pennello nell'altra, si accinge a radersi il volto affilato, dai tratti ormai mascolini. Quella smorfia di Roberto, quella "linguaccia" spiritosa e irriverente della foto sapientemente scelta per chiudere il racconto, è l’espressione liberatoria della vittoria per essere riuscito a chiudere un capitolo di vita, raggiungendo la sua nuova dimensione. "Ora sorride al mondo che finalmente lo chiama "Roberto", citando l'autrice.

Biografia

È nata a Taranto nel 1977. Nonostante la laurea in economia aziendale, ha sempre amato la fotografia, anche se coltivata da autodidatta. Questo fino a quando non ha avuto la possibilità di seguire un corso base di fotografia, tenuto dal circolo fotografico “Il Castello” di Taranto. La passione si è rafforzata attraverso la frequentazione del circolo, i confronti fra soci e gli incontri con i grandi fotografi. Sviluppa un personale approccio alla fotografia sociale privilegiando prevalentemente il bianco e nero. Si appassiona così ai racconti di persone e luoghi che le suscitano forti emozioni. Nel 2008, insieme ad altre socie, contribuisce alla nascita del progetto “Donne senza volto”, una collettiva tutta al femminile a cui partecipa con le sue immagini analogiche e in bianco e nero. Il lavoro la allontana a fine 2009 dalla sua città per portarla in quel di Napoli, ma la fotografia continua a essere compagna dei suoi racconti e delle sue emozioni.