Portfolio Italia 2023
25 novembre 2023 - 08 gennaio 2024
Fabiomassimo Antenozio
Verde mennonita

Opera finalista

di Umberto Verdoliva

Il progetto di Fabiomassimo Antenozio “Verde Mennonita” è risultato 2° classificato alla 3^ tappa del Portfolio Italia 2023 - 16° Portfolio Jonico di Corigliano-Rossano. È stato sviluppato nell’arco di quasi tre anni in cui con profondo coinvolgimento ed empatia l’Autore è riuscito nella difficile impresa di farsi accettare all’interno della comunità Mennonita boliviana di San Miguel Gruenwald con lo scopo, man mano svelato agli stessi protagonisti del racconto, di evidenziare le problematiche ambientali e sanitarie che l’uso indiscriminato e copioso di fertilizzanti non adeguatamente controllato, ha provocato all’interno della collettività con gravissime ripercussioni sulla salute degli stessi membri della comunità Mennonita.
Tra paesaggi di estrema bellezza e nella quotidianità semplice dei gesti e del lavoro, i componenti della comunità si sono mostrati davanti alla fotocamera di Antenozio e alla sua sensibilità, nella loro più pura ingenuità e con l’ideologia religiosa che ne pervade il senso del proprio credere ed operare.
Antenozio dice: “Ciò che mi ha colpito di più è stata la loro purezza d’animo e la generosità dovute probabilmente allo studio esclusivo della Bibbia e il fatto che ne seguono alla lettera ogni insegnamento. Dall’altra parte il tentativo di proteggere la loro cultura, limitando la conoscenza, obbliga i capi religiosi ad oscurare ed occultare il progresso. Così vengono alla luce contraddizioni forti, un senso di limitazione degli orizzonti, di certo opprimente e tanta ingenuità che a volte viene manipolata a loro discapito”.
Il famoso lavoro di Larry Towell “The Mennonites” è stato per Fabiomassimo una guida importante, benché il lavoro di Towell mirasse ad entrare soprattutto nella conoscenza della dimensione umana di una comunità così diversa che aveva scelto di vivere in contrapposizione alla società civile di quel tempo. Antenozio in questo incontro con la comunità Mennonita boliviana, viceversa, ha espresso il desiderio di denunciare un problema che ha decimato, in questi ultimi anni, i membri della comunità con varie morti e serie malattie. Nonostante le diverse finalità, le sensazioni al primo impatto di Antenozio sono state molto simili a quella che raccontava Towell all’inizio del suo reportage durato poi otto anni: “I mennoniti mi affascinavano molto perché sembravano ultraterreni e quindi completamente vulnerabili in una società a cui non appartenevano e per la quale non erano preparati. Perché loro mi piacevano, piacevo a loro e, sebbene la fotografia fosse vietata, mi lasciavano fotografare. Questo è tutto ciò che c’era da fare”.
Fotograficamente il lavoro si sviluppa nella descrizione dell’ambiente circostante, dalla rappresentazione del lavoro agricolo durante i cicli naturali delle stagioni ma soprattutto nel mettere in evidenza di quanta leggerezza sia stata utilizzata nell’uso dei prodotti fertilizzanti, decisamente dannosi per l’uomo. Le immagini selezionate contengono in esse un velo di bellezza e di poesia che ad un primo sguardo sembrano allontanare l’osservatore dai problemi che Antenozio vuole evidenziare, ma che poi, man mano, le rappresentazioni di sofferenza, gli sguardi di dolore, le conseguenze del veleno che silenziosamente colpisce uomini, animali e terra emergono con grande forza ed emozione colpendo lo sguardo degli osservatori.
Fabiomassimo Antenozio pensando al perché del suo reportage dice: “Potrei continuare a trovare foto all’interno delle colonie boliviane e forse il mio lavoro non avrebbe mai fine, ma quello che realmente voglio è che tutto ciò che ho visto e vissuto in questi anni servisse a qualcosa, arrivasse come informazione, come campanello di allarme a tutta la comunità, in maniera tale da permettere la corretta comprensione di come utilizzare i prodotti chimici in piena sicurezza e allo stesso tempo trasferire all’ambiente agricolo boliviano la consapevolezza del grande pericoloche si può correre”.
Tutto questo forse a mio parere termina in una amara domanda: Quanto può essere giusto cercare l’umiltà nel quotidiano, compiere sacrifici continui rifiutando un lavoro privo di tecnologie e, con consapevolezza, restare nell’ignoranza per quel timore tutto religioso di non essere degnamente accolti da Dio? 

Biografia

Fabiomassimo è un fotografo di Roma con la passione per il reportage. Si è laureato nel 2008, in Grafica e Progettazione Multimediale presso La Sapienza, con una tesi fotografica sull’architettura popolare di Montesacro. Appassionato da sempre nell’indagare i vari aspetti della realtà, abbandona in parte la grafica, per dedicarsi alla fotografia. Nello stesso anno, si iscrive al corso di reportage, presso la scuola CSF Adams di Roma, con i docenti Tano D’Amico e Dario De Dominicis. Nel 2010-11, un lavoro sugli All Reds di rugby dell’Ex Cinodromo (Acrobax) di Roma, lo porta alla sua prima mostra collettiva con il CSF Adams. Da qui, nascerà l’idea di lavorare come fotografo di eventi per autofinanziarsi alcuni progetti fotografici. Nel 2013 e 2014 i primi viaggi in Bolivia per raccontare uno dei 36 “pueblos” riconosciuti dallo Stato Plurinazionale di Evo Morales, gli Afroboliviani, nelle regioni dello Yungas, Potosì e La Paz. Nel 2020, ha inizio il progetto dal titolo “Verde mennonita”, che lo porterà nella parte orientale della Bolivia, la regione di Santa Cruz e si interromperà con l’arrivo della pandemia. Il Lavoro terminerà a marzo 2023. Questo progetto si è qualificato per la selezione finale di Portfolio Italia 2023, è stato pubblicato sul Magazine Travel Globe, inserito nel festival ReWriters e per la prima volta, esposto ad un pubblico europeo, al festival Prague Photo.