Portfolio Italia 2010
2 aprile - 29 maggio 2011
Simone Cerio
Me Fal (Perdonami)

di Giorgio Tani

Il Kanun è un codice albanese di leggi consuetudinarie la cui prima comparsa è riconducibile alla metà del 1400. Articolo 125, trascritto, recita “Tutti i maschi della famiglia dell’omicida (colui che ha compiuto un assassinio), anche se sono in fasce, i cugini e i nipoti più prossimi, ancorché divisi, possono incorrere nella vendetta. Sangue per sangue: se è stato assassinato un componente della propria famiglia, per onorarla è necessario vendicarsi sull’omicida o sui suoi parenti maschi. L’omicida può girar di notte, ma dovrà nascondersi lì dove lo coglie la luce del giorno”. Leggiamo, dopo queste informazioni, la sequenza delle immagini : una panoramica su territorio agricolo con due case al centro esattamente simmetriche, un preludio di uno scenario di guerra. È questa vicinanza che suggerisce contatti e faide tra famiglie - d’improvviso una persona che fugge dentro casa - i bambini che scrutano, dietro le protezioni di una finestra - una figura oscura che vaga di notte - Edi, un nome intorno al quale gira una tragedia - un abbraccio di terrore - un uomo di spalle che indica una presenza, anzi una potenza, immanente, intangibile come una legge -.la croce di un cimitero - la solitudine disperata di una donna, unica entità, quella femminile, secondo il Kanun, a sobbarcarsi il flagello della famiglia destinata alla vendetta - un simbolo, forse di memoria, forse di pace, forse d’amore - in piedi su un letto, un bambino che indica la luce fuori dalla stanza. Tutto è in una sospensione fatale, il sangue ha chiamato il sangue e un bambino guarda la luce. E fuori, all’esterno, potrà viverla liberamente o dovrà essere il capro espiatorio della vendetta accettata e ineluttabile? 
 
Biografia
E' nato nel 1983 a Pescara, dove vive, studia e lavora. Ha iniziato nel 2009 ad interessarsi di fotografia per puro piacere personale, anche per merito del libro “End time city” di Michael Ackerman. In seguito a quella lettura, la fotografia è divenuta per lui un modo di vivere ed il reportage uno strumento per vedere le cose in maniera più chiara. E' interessato a scoprire storie nuove, poco conosciute ed un giorno vorrebbe avvicinarsi al fotogiornalismo puro, semplicemente per essere testimone, per capire e documentare le cose del mondo che ci circonda. Ritiene che una persona non diventi fotografo, ma semplicemente, ad un certo punto, scopra di esserlo.