14ª Edizione Crediamo ai tuoi occhi
17 Settembre 2022 - 13 Novembre 2022
Collettivo 42
La colpa
Sezione Autoedizione

Da quel piccolo fastidio che non ci lascia gustare la seconda porzione di dolce, al pensiero che la notte non ci consente di riprendere il sonno e ci fa rigirare nel letto, tutti nel corso della nostra vita ne abbiamo fatto esperienza. 
Il senso di colpa è un compagno scomodo pronto a infastidire, assillare, torturare il nostro animo per ogni mancanza più o meno grave che sentiamo di avere commesso. 
Tante sono le regole che la società, la religione, la famiglia e perfino noi stessi ci siamo dati, tanti i precetti, le norme e altrettante quindi le situazioni in cui ci ritroviamo a sbagliare, a venir meno ai nostri stessi principi, infrangere il patto sociale. 
La consapevolezza, la presa di coscienza senza accettazione, genera il rimorso, la colpa. 
Da campanello di allarme che ci avverte dei nostri errori essa può diventare il parassita che, annidato nel cuore, toglie ogni sapore alla vita, spegne ogni colore, ogni gioia e ci ripete costantemente quanto siamo sbagliati. 
Quanto in realtà il senso di colpa è un alibi? 
In fondo, per quanto apparentemente paradossale, provare timore delle conseguenze delle scelte mirate al nostro appagamento è una sensazione che ben conosciamo.
Volere è potere, si, ma significa anche palesare una nostra esigenza. Siamo nati e cresciuti in un luogo del mondo dove il desiderio è peccato, dove adeguarsi alle consuetudini è sempre stato vissuto come un dovere.
“Non si fa”, “Non sta bene”, “Mi fai vergognare”, “Cosa penseranno gli altri?”.
Goccia dopo goccia, il messaggio penetra in profondità e si fa spazio, annidandosi in prossimità del cuore.
Così, sovente, accade che il desiderio venga costretto, imprigionato, negato, occultato dietro il velo del senso di colpa. Sembra naturale, ma in realtà stiamo facendo naufragare il sogno per nostra stessa scelta, giustificandoci, scagionando noi stessi con il pretesto del senso di colpa.

Massimo Mazzoli e Stefania Lasagni

Biografia
Il Collettivo 42 nasce a Viterbo da un’idea di Carlo Panza e Michele Furci. Attualmente, oltre a loro due, ne fanno parte anche Paola Burla e Vittorio Faggiani. 
“Dovendo scegliere quale nome ci avrebbe rappresentato ci siamo orientati su uno che potesse interpretare la nostra idea di fotografia, senza tempo, senza confini delineati. Una fotografia che abbia qualcosa da dire, ma sappia porre delle domande senza avere necessariamente le risposte, che sia viaggio e non sia obbligatoria la meta.
Così abbiamo preso in prestito, da “Guida galattica per autostoppisti” di Douglas Adams, il numero 42 che nel romanzo è la risposta alle domande fondamentali sulla vita, sull’universo e tutto quanto!
L’autore, nel novembre del 1993, dopo miliardi di congetture fatte su questo numero rispose
«...è solo un numero, un piccolo numero e nient’altro...» e forse la fotografia è solo fotografia, pur non avendo pedissequamente le domande e le risposte”.