Portfolio Italia 2012
8 dicembre 2012 - 10 febbraio 2013
Nicola Feo
Tagli di vita nella Metropolitana di Mosca

di Enrico Maddalena

Una metropolitana, specie quella di una metropoli come Mosca, è un luogo particolare, affollato di gente, di convogli che vanno e vengono, di cartelli pubblicitari, di luci artificiali e molto altro. Ma l’obiettivo di Nicola Feo ignora di proposito la complessità dell’ambiente per concentrarsi sulla scala mobile e sulle persone che vi transitano. E della scala mobile compare soltanto il passamano, quale proscenio di un teatro senza quinte e senza sfondi dove si succedono ignari e casuali attori. Come la rete di un pescatore o di un cacciatore di farfalle, l’otturatore della macchina coglie istanti di vita di singole persone o piccoli gruppi, sottraendoli al flusso del tempo ed imbalsamandoli nell’immagine. Persone in transito che provengono da chissà dove, dirette verso chissà quali luoghi e che si portano dietro la loro storia, le loro gioie e le loro sofferenze che non ci è dato conoscere. L’isolamento dall’ambiente fa sì che Mosca sia solo una informazione marginale: potrebbero essere state scattate in una qualunque metropoli. Così l’attenzione non è distratta dal luogo geografico o dagli arredi e può concentrarsi sull’umanità che scorre in una frazione di secondo davanti all’obiettivo per mostrarsi attraverso un fugace atteggiamento. C’è una forte coerenza compositiva in tutte le immagini, caratterizzate da un taglio panoramico che accentua la direzione del movimento e la fugacità del passaggio e da una inclinazione della macchina che rende il passamano, inclinato nella realtà, parallelo al lato lungo del quadro. La non coerenza che deriva fra lo spazio della rappresentazione e lo spazio rappresentato (Dubois) ci disorienta. In altre parole, la nostra verticale coincide col lato corto del quadro (spazio topologico) mentre nello spazio rappresentato la forza di gravità ha una diversa direzione. Rimaniamo perciò destabilizzati nel vedere le persone inclinate buffamente all’indietro.

Biografia

Copywriter per professione e fotografo per diletto, si avvicina alla fotografia durante un viaggio in Nord America, dove l’immensità delle cose da vedere lo “costringe” ad acquistare la sua prima compatta digitale, per passare subito dopo ad una reflex. Preferisce la street photography e si ritrova nella filosofia di Cartier-Bresson che vedeva nella fotografia “la possibilità di registrare in una frazione di secondo l’emozione procurata dal soggetto e la bellezza formale, cioè una geometria svelata da quello che ci si offre”.