Portfolio Italia 2016
26 novembre 2016 - 05 febbraio 2017
Maurizio Fantone
The Vanity Fair

di Elena Falchi

L’opera di Maurizio Fantone ha l’apparenza di un catalogo. Sceglie il colore, il formato quadrato e mantiene con coerenza la composizione ponendo centralmente il soggetto. Ecco che è opportuno approfondire il messaggio espresso visualmente, che rischierebbe di essere frainteso se cercassimo di interpretarlo solo superficialmente, senza indicazioni. Queste, infatti, contribuiscono a ribaltare l’iniziale percezione istintiva di schedatura per volgere a favore di una valutazione pertinente sulla complessiva operazione ideale. L’autore ritrae alcuni adolescenti in fiere pose fashion e con abiti estremamente contemporanei. Lo fa con tecniche professionali, ricreando un set, con luci ausiliari, proiettando i soggetti su di uno sfondo perlopiù comune a tutti. Osservando l’ambiente, infatti, possiamo anche scorgere indizi ricorrenti che suggeriscono lo scenario e localizzano i protagonisti presso un singolare raduno. Sapere che si tratta di Saintes Marie de la Mer, in Camargue, ci permette di contestualizzare e comprendere meglio il senso dei ritratti ambientati: sono giovani  Rom giunti lì, probabilmente con i familiari, per l’evento di fine maggio. Il fotografo, infatti, concretizza razionalmente l suo concept: le nuove generazioni Rom si sono spogliate di certi stereotipi storicizzanti l’etnia, conquistando un’integrazione che in primo luogo gli si rivela nell’omologazione dei costumi con il target coetaneo. Nell’ambito dell’annuale pellegrinaggio dei gitani, egli individua e focalizza il mutamento comportamentale dell’identità, realizzando concettualmente un rilievo fotografico di antropologia sociale che pone la fotografia come strumento coadiuvante e conforme agli studi analitici di settore. La “fiera della vanità” di Maurizio Fantone, quindi, pur celando apparentemente le generalità soggettive, sottolinea la manifestazione dell’orgoglio etnico giovanile con la loro presenza nel luogo che, ritualmente, custodisce il culto delle origini Rom.

Biografia

La fotografia fa parte della sua vita fin da ragazzo. Scatta le prime fotografie per la realizzazione di un compito estivo assegnatogli dall’insegnante di storia dell’arte. Nell’autunno, si iscrive ad un corso di sviluppo e stampa e di lì a breve, nella cantina di casa, nasce la sua prima camera oscura. Anche oggi, pur utilizzando prevalentemente il formato digitale, non ha abbandonato la pellicola B&N e continua a realizzare progetti con una fotocamera 6x6. Il suo percorso formativo passa attraverso diverse esperienze, cominciando dalla fotografia di matrimonio per arrivare al reportage, passando attraverso la fotografia di paesaggio attuata con l’ausilio di una fotocamera panoramica medio formato ad ottica rotante. Predilige la fotografia sociale e documentaria, ponendo sempre una particolare attenzione alla costante ricerca dell’estetica. Ha realizzato mostre personali e collettive in Italia ed all’estero. Ha pubblicato: “Moldova Portraits“ (2009) e “Luci di Langa e Roero“ (2012). Tra i riconoscimenti si segnalano: 2° classificato al 10° Portfolio al Mare Sestri Levante (2016); Silver Award all’Epson International Pano Awards (2014).