Il mondo che non vedo
di Serena Marchionni
Luigi Grassi è un fotografo che ama la poesia egli stesso ne scrive, la poesia così come la fotografia sono, mi confida l’autore, “due insopprimibili necessità vitali“ due linguaggi coi quali si cimenta da lungo periodo. Non è un caso quindi che il titolo del suo portfolio ricalchi quello della raccolta omnia di poesie che l’editore BUR ha dedicato a Fernando Pessoa, quello di Grassi appare quindi come un omaggio al grande poeta, e anche come un invito; egli infatti mette a disposizione del suo fruitore una chiave di lettura di questa serie fotografica che, come nel caso del libro, altro non è che un tentativo di ricomporre e ricucire un vissuto fatto di frammenti eterogenei, nella speranza di generare una narrazione a più livelli della sua terra d’origine. Luigi Grassi, pur vivendo lontano dal Molise, ad esso ha dedicato la sua intera produzione fotografica, il mondo che non vede è una patria lontana che vive nelle immagini costruite come ricordi, come tentativi di compensare l’abitare fisico. Luigi Grassi attraverso tre livelli d’immagini, quelle dedicate al paesaggio, i ritratti delle persone dagli occhi chiusi e il mondo animale, crea un immaginario onirico, uno specchio della sua memoria e dei suoi desideri, in cui invita lo spettatore a partecipare emotivamente. Le persone sono tutte ritratte con gli occhi chiusi come se l’autore volesse proteggersi e proteggerci dall’incontro con l’altro, evitarlo, neutralizzare quei corpi, farli diventare dei canali verso i frammenti di un paesaggio incolto e spettinato, alle volte potente. Il mondo che Luigi Grassi decide di mostrare è un’eco fatta di ricordi, una terra di rammemorazioni fugaci, dove le uniche presenze a sembrare concrete sono quelle animali. L’autore segue e riporta quella che chiama “un’emozione indicibile”.
Biografia
Nato a Campobasso nel 1985, si è specializzato in Fotografia come linguaggio d’arte presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli. Dal 2008 collabora con PrimoPiano Napoli, Galleria dedicata alla fotografia, al design e alla video arte. Nel 2012 comincia a frequentare Lab, il laboratorio irregolare di Antonio Biasiucci, dove s’impegna ad approfondire il proprio metodo di ricerca personale. Ha fondato nel 2014 il Centro per la Fotografia di Campobasso, dedicato alla fotografa Vivian Maier. Le sue opere sono state esposte nell’ambito di diverse manifestazioni nazionali e internazionali: Napoli, Bologna, Milano, Torino, Roma e Arles. Ha ricevuto per il suo lavoro menzioni speciali all’interno di Festival di fotografia. Gli sono state commissionate opere artistiche e installazioni permanenti per il Museo Archeologico di Campobasso e per il M3TE, Museo di San Giuliano di Puglia e per Comuni italiani, ad Oratino, oltre alle pubblicazioni dei Cataloghi delle mostre. E’ stato selezionato per rappresentare l’arte Campana nella pubblicazione del volume Doni - Authors from Campania, Imagomundi di Luciano Benetton.