Presenze di non presenze
di Carlo Ciappi
Si pensa a Chernobyl e il ricordo è presente in tutte le genti del pianeta, il dolore di quanti erano vicino alla centrale nucleare, quello fisico e quello dell’assenza di molti volti cari. L’Autore della silloge che forma il portfolio, non è nuovo a racconti o indagini su tematiche estremamente importanti dell’umanità dei nostri tempi. Il suo narrare per immagini è molto icastico per l’impiego di una buona fotografia e di quel suo linguaggio vicino alla poesia, capace di coinvolgere il lettore. Il lavoro “Presenze di non presenze”, nella sua semantica visiva, ci porta ad ascoltare un gran silenzio, il silenzio tombale e nero di Pripjat, la città adiacente alla centrale di Chernobyl dove, fino al giorno prima del disastro si viveva sopra lo standard dell’Unione Sovietica, oggi quella città è la più desolante ghost town del mondo. Lyubov Sirotà, una scrittrice e poetessa ucraina ha scritto molto sul disastro, alcuni versi della lirica “A Pripjat” recitano: “…di notte la nostra città, per sempre deserta / si rianima / lì i nostri sogni vagano come nuvole / e accendono le finestre col chiaro di luna…”. L’opera di Rupolo sembra ispirarsi a questi versi, quantomeno è in linea col sentimento innescato da ogni fotografia del portfolio proprio con la lirica. Il cromatismo voluto dall’Autore è molto appropriato al racconto, la luce e il colore ci conducono subito nel luogo del teatro, la scelta è intelligente, ha fatto diventare simbolo luce e colore, caratteristiche mantenute per tutto il lavoro e i luoghi non sono scelti casualmente. Le visioni dei luoghi desolatamente fatiscenti sono sormontate da immagini di persone della vita che fu, vite tramontate o ancora in lotta con traumi e morbosità noti a tutti. Il nostro Autore ha sovrapposto le figure/fantasma in maniera e posizioni credibili, quasi fossero lo stesso scatto col luogo. Questa volta non è il cronista o lo storico a raccontarci la realtà di un disastro con quel che ne è seguito, ma un fotografo attento e capace, tramite accostamenti e parallelismi, di trasmettere emozioni e sentimenti di un’umanità dolente.
Biografia
Nato nel 1945, fotografa dalla fine degli anni ’70, sviluppando l’interesse verso il reportage di tipo sociale. Ha frequentato numerosi maestri quali Gianni Berengo Gardin, Mario de Biasi, Fulvio Roiter, Franco Fontana, Romano Cagnononi, …ecc. Ha documentato la circoncisione nella cultura mussulmana, la vita nei campi Rom in Albania, la medicina di un guaritore nella foresta del Camerun, il non-tempo all’interno del carcere, la desolazione di Chernobyl e Pripyat, il dolore di Srebrenica e i movimenti di massa durante ricorrenze religiose. Ha al suo attivo 31 mostre fotografiche personali e 61 collettive. Ha vinto vari premi tra cui: “10° Premio Mario Giacomelli”; il “XXIV Premio Città di Verona”; la “Farfalla d’argento” e “Farfalla d’oro”; il premio “Giorgio Trani” per il reportage; premio speciale della giuria al concorso “Giancarlo Siani”; il 45° “Truciolo d’oro”; il primo premio al concorso internazionale “Luz Contra el Racismo” a Madrid; il “Trofeo Pollitzer”; “Portfolio Italia” 2016 a Trieste. Una sua foto è presente nel calendario Amnesty International per il 50° anniversario di fondazione. E’ stato nominato “Autore dell’anno 2012” FIAF per il F.V.G. Nel 2016 ha ricevuto dalla FIAF l’onorificenza AFI.