Portfolio Italia 2017
25 novembre 2017 - 04 febbraio 2018
Mariagrazia Beruffi
Un altro mondo

di Isabella Tholozan

“Sogno, paura, duro lavoro, tenacia e infinito amore”. Sembra una ricetta, invece, come afferma l’autrice, è un mondo, quello di Riccardo, protagonista dell’opera di Mariagrazia Beruffi. La scienza medica le chiama “disabilità nascoste” proprio per la difficoltà di diagnosi, e identificano i bambini affetti dalla sindrome di Asperger, persone che vivono l’impedimento di interagire socialmente, che sviluppano insoliti e ristretti modelli di comportamento e d’interessi, condannati perciò a vivere in un mondo a noi misterioso. È difficile, osservando quest’opera, considerare il protagonista “disabile”. Potere taumaturgico della fotografia e dell’amore familiare, espressi con così tanta intensità dall’autrice che, da zia innamorata, ci racconta di questo mondo per noi insondabile. La bellezza di Riccardo porta a incanti preraffaelliti e all’arte primitiva del medioevo italiano; due realistici primi piani enfatizzano l’estetica del viso del ragazzo, esaltandone, prima di ogni altra cosa, la condizione di figlio amato, sorretto da mani mature alle quali è naturale affidarsi con fiducia. La visione soggettiva dell’autrice prosegue narrando l’“oltre”, a sondare le difficoltà che i soggetti portatori della sindrome devono affrontare. Un crescendo di onde emotive, all’interno delle quali il protagonista appare avvicinarsi e, subito dopo, allontanarsi. Metafora del guado spasmodico di una realtà difficile da comprendere, dove il nascondersi sembra essere l’unico modo per ritrovare l’ordine dei pensieri e le risposte. Una vita in salita, carica di contrasti, come la qualità della luce e del bianco/nero, scelti per mostrare una quotidianità confusa, nella visione onirica di chi, come Riccardo, vive l’incomprensibile come spavento. Attraverso la fotografia, Mariagrazia Beruffi vuole sensibilizzare all’accoglienza di queste “anime pure”, “incontaminate” e spesso geniali. A noi, osservatori, non resta che lasciarci pervadere dall’infinita dolcezza di questo racconto, concordi nel dire che, spesso, la disabilità è negli occhi di chi guarda, come il peccato. 

Biografia

Dopo aver vissuto 30 anni a Trieste, dove ha insegnato lingue straniere e iniziato un percorso di grafica computerizzata, è ritornata a vivere a Brescia, sua città natale. Qui si è avvicinata alla fotografia: amore a prima vista e passione che si è da subito concretizzata in uno studio approfondito, non tanto della tecnica, quanto degli autori classici e contemporanei. La sua è una fotografia fatta di incontri casuali che si tramutano spesso in una condivisione di sogni, sentimenti ed emozioni.