Portfolio Italia 2017
25 novembre 2017 - 04 febbraio 2018
Špela Volčič
Et Fiat Lux

di Patrizia Digito

E luce fu. Un titolo profetico e alquanto inquietante. Cosa può mai contenere quest’opera di così altisonante da insinuarsi confare allarmante ponendoci in sospetto? L’autrice ci sottopone una carrellata di immagini di un pieno totale nelle sue composizioni floreali. Composizioni ben equilibrate nella scelta coloristica, compositiva e dimensionale. L’ispirazione proviene dalla pittura olandese dell’epoca barocca, l’epoca d’oro di uno stato moderno, evoluto e ricco. Le nature morte olandesi sono state dipinte e quindi imitavano una realtà piena di fulgore: quella auspicata e/o raggiunta. Quelle di Špela sono belle, congelate da uno scatto sapiente, ma sono artificiali, imitate, false, ingannevoli, finte. Finte: la finzione consiste nel donarci un’illusione di rara bellezza che noi tributiamo a madre natura, mentre invece queste creazioni sono produzioni industriali di epoca postmoderna, artisticamente ben organizzate dall’autrice, che possiede un gusto sapiente e un occhio esperto nel dosare la somma compositiva di ogni risultato. L’assoluta nitidezza di ogni dettaglio è realizzata con perizia attraverso l’uso del banco ottico. L’operazione di Špela genera mimesi attraverso l’uso della luce e la sua incidenza sui fiori piegati e ripiegati sino a ricostruire delle ikebane (composizioni di bouquet). Un gioco di luci mirate a donare un aspetto florido ma malinconico con lumeggiature d’ispirazione barocca e interventi di manipolazione su pellicola, durante le fasi dello sviluppo, inserendo tocchi di luce che sorprendono e incuriosiscono. Un gioco di contrasti che rivelano dinamismo, illusione e ambiguità anche grazie a lampade al neon collegate ad un generatore Tesla. Apparati tecnici che sono a loro volta fotografati dall’artista, come il set cosparso di fiori, per rivelare l’inganno dell’opera e che diventa anch’esso oggetto di rappresentazione in cui si fondono fotografia e installazione. Un tranello compositivo che rivela abili giochi luminosi, ma soprattutto la competenza e consapevolezza artistica di Špela Volčič.

Biografia

Vive e lavora tra la Slovenia e l’Italia. Dopo aver studiato fotografia a Ljubljana, nel 2004 si trasferisce a Milano dove consegue il Diploma in Tecniche e Linguaggi del Progetto Fotografico Contemporaneo presso il CFP Riccardo Bauer. Nel 2011 vince una borsa di studio assegnata dal Ministero della Cultura Slovena che le permette di proseguire gli studi presso l’Università IUAV di Venezia, dove si Laurea in Arti Visive nel 2013. Nel 2014 le viene assegnato un atelier presso la Fondazione Bevilacqua La Masa (Venezia), mentre nel 2015 è artista in residenza presso VIR - Viafarini DOCVA (Milano). Dal 2016 è ufficialmente registrata come libero professionista nel settore della cultura, status assegnato dal Ministero della Cultura Slovena. Ha esposto in spazi pubblici e privati sia in Italia che all’estero, tra cui: GAMEC Museo d’Arte Moderna e Contemporanea (Bergamo); Fabbrica del Vapore (Milano); Fondazione Bevilacqua La Masa (Venezia); Museo Civico G. Fattori (Livorno); A plus A Gallery (Venezia); Jarach Gallery (Venezia); Cankarjev Dom (Ljubljana, SI); UGM Umetnostna Galerija, (Maribor, SI); MGNG (Nova Gorica, SI); Obalne galerije (Piran, SI); Photon Gallery (Ljubljana, SI); K2 Contemporary Art Center (Izmir, TR), Rob Pruitt Flea Market, evento collaterale della 56^ Biennale di Venezia.