Portfolio Italia 2019
30 novembre 2019 - 09 febbraio 2020
Claudio Rizzini
Armàti di paura

di Giuseppe Cicozzetti

Armàti di paura ci proietta direttamente nel cuore di una questione che agita la nostra società e che porta in dono un terribile sentimento: la paura. Ci sentiamo minacciati, il rapporto con l’altro è vissuto come una potenziale incognita, un segnale di pericolo che mai nessuna rassicurazione potrebbe scardinare una percezione del pericolo che supera idati reali.
Claudio Rizzini ha chiesto a un numero di persone di lasciarsi riprendere nel cuore delle loro case, ambiti domestici divenuti fortezze: alcune hanno declinato l’invito; altre hanno accettato. Noi le vediamo così, naturalmente a loro agio con un’arma tra le mani o tenuta distrattamente tra le cose di casa, e non possiamo non essere attraversati dalla sensazione che siano davvero le prime vittime della paura. E del male, perché male e paura sono gemelli. “Armàti di paura” è la fotografia perfetta dello stato d’animo di chi in nome della sicurezza personale, della difesa della proprietà, della famiglia è pronto ad imbracciare un’arma. C’è tuttavia un feroce e tragico paradosso che cogliamo attraverso i numeri del Viminale, che segnalano come la stragrande maggioranza dei reati d’arma da fuoco non si consumerebbe contro l’ignoto straniero ma nella stretta cerchia famigliare, perché chi possiede un’arma presto o tardi ne farà uso.
La questione sociale è apertissima ma Armàti di paura ci avvicina a un’altra squisitamente fotografica: la fotografia è manchevole, sempre: arriva sempre un minuto dopo che il reato è consumato, ci mostra i corpi ma non indica il colpevole. Claudio Rizzini è un testimone, e un testimone non può essere condotto sul banco degli imputati. È bresciano, vive in un’area dove il comparto dell’industria delle armi è potente e pertanto la sua testimonianza moltiplica l’importanza di un reportage in cui un bianco e nero, sempre in equilibrio tra il descrittivo e un espressionismo dai toni notturni, lascia che si intravveda il necessario rispetto dei soggetti a fronte dello sgomento di trovarsi dinnanzi e saggiare l’arrivo di nuove e terribili fobie. Armàti di paura di Claudio Rizzini è un progetto che evapora ogni discussione sull’argomento, più incisivo d’ogni saggio sociologico. E intanto ci dice che la sola paura dell’uomo è avere paura.

Biografia

Fotoreporter bresciano, è attivo nel panorama fotografico nazionale dal 2014. Predilige il linguaggio rigoroso del bianco e nero. I suoi scatti di fotografia umanistica e sociale sono pubblicati dai quotidiani e dai magazine nazionali e includono, tra gli altri, lavori come il reportage sulla classe operaia “Saluteremo il Signor Padrone”, quello sulla boxe “I pugilatori” e “La ballata di Kamara e Keita”, quest’ultimo selezionato da Libera tra i migliori dieci progetti sul tema dei beni confiscati alla mafia.
Il reportage Armàti di paura, sul tema dell’autodifesa e il lavoro “Anima Nera” che documenta il ritorno del neofascismo in Italia sono gli ultimi suoi progetti.