Portfolio Italia 2020
15 maggio 2021 - 04 luglio 2021
Uliana Piro
UPnea

di Piera cavalieri

A rileggere #io resto a casa, l’hashtag che ha scandito i giorni della scorsa primavera, ci risuona dentro l’angoscia claustrofobica del lockdown. Restando a casa, come estremo rimedio, abbiamo difeso i nostri corpi dal Virus. “UPnea”, gioco di lettere, tra le iniziali dell’autrice Uliana Piro e l’incitamento a rialzarci, allude alla sospensione e alla “mancanza di fiato”, il sintomo più spaventoso dell’infezione. Durante il disorientamento della prima ondata, ci siamo rinchiusi, abbiamo mangiato di più, suonato, cantato e applaudito, invocato quell’andrà tutto bene racchiuso nell’immagine di un arcobaleno per dare forma alla fiducia. Abbiamo messo in pausa la corporeità, gli abbracci, le strette di mano, i baci. Abbiamo imparato a parlarci attraverso uno schermo, a prestare più attenzione all’igiene, a sorridere con gli occhi, a fotografare dalla finestra, a fotografarci nelle nostre vite domestiche che ci inteneriscono perchè si assomigliano. È così che si è fatta sentire la necessità di espressione, di creare diari delle quotidiane ansie e paure, ognuno nelle forme più congeniali. Soprattutto, si è fatta forte la voglia di narrare, perché narrare è un istinto con il quale riusciamo a vagare in un’altra dimensione. Su questa via nasce “UPnea”, che forte e sincero, scandaglia la solitudine della costrizione in un piccolo spazio chiuso, nel caso di Uliana Piro, una mansarda, che diventa una gabbia.
E quei brufoli sul viso diventano le parole di un malessere, la sofferenza alla bocca dello stomaco suggerisce il non deglutire la lontananza dagli affetti, dalla madre e dal suo profumo buono. L’ansia le accentua la miopia, infiamma la cervicale, serra le mascelle. La mancanza di movimento peggiora la sua patologia cronica. Gli interventi grafici che l’autrice inserisce diventano appunti visivi e ricreano l’intimità  delle pagine di un diario. Riconosciamo così in questo dialogo serrato col proprio corpo, tra parole scritte e immagini, i nostri stessi corpi, spaesati, impigriti, igienizzati e impauriti di fronte ad un evento che pensavamo potesse esistere soltanto nei romanzi e film distopici. In un futuro, che non è ancora prossimo, queste immagini resteranno, riusciremo a guardarle con altri occhi e ci aiuteranno a ricordare la resilienza di cui siamo stati capaci. 

 

Biografia

È nata nel 1989 a Crotone e attualmente vive a Perugia. Appassionata di fotografia fin dalla giovane età, ha iniziato la sua formazione con la fotografia di reportage nell’ambito musicale, immortalando dal vivo la scena musicale italiana ed estera, grazie alla collaborazione con riviste, webzine di settore e live club della penisola. Negli ultimi anni ha partecipato anche alla realizzazione di video musicali per alcune band, seguendoli successivamente in tour per lunghi periodi. Nel 2017 ha incontrato Officine Creative Italiane e con loro ha frequentato alcuni corsi di specializzazione e un master in tecniche fotografiche. Successivamente ne è diventata associata e membro attivo, collaborando per alcuni progetti. Laureata in Lettere Moderne, attualmente sta studiando Scienze dell’Educazione presso l’Università di Perugia per potersi specializzare in fotografia terapeutica, disciplina che negli ultimi anni è diventata uno dei principali interessi dell’autrice.