Portfolio Italia 2020
15 maggio 2021 - 04 luglio 2021
Csaba István Sánta
Cavallerizza

di Susanna Bertoni

È una storia interessante quella della “Cavallerizza Reale”, settecentesco edificio di Torino, dal 1997 patrimonio dell’Unesco. Progettato per ospitare le scuderie ed i maneggi dell’Accademia Reale e come luogo di soggiorno per gli studi dei giovani nobili piemontesi, è stato adibito, nel tempo, a scopi diversi, finendo per rimanere abbandonato in anni più recenti. Ma nel 2014 accadde qualcosa di rilevante che dette nuova vita al complesso storico. Per opporsi ad un piano di privatizzazione del Comune che lo voleva suddiviso in appartamenti, uffici e negozi di lusso, un gruppo di cittadini occupò l’edificio per “restituirlo” alla popolazione, proponendo un progetto autogestito di mostre, laboratori, dibattiti, proiezioni, spettacoli live e residenze d’artista. Eventi alternativi, accessibili ed eterogenei, che andavano ad affiancarsi al programma culturale ufficiale senza tuttavia pesare sul bilancio pubblico. Ed “HERE”, dal 2016 per quattro edizioni, prima che un incendio doloso causasse la chiusura della struttura, è stato il fiore all’occhiello tra gli eventi organizzati alla Cavallerizza, vero e proprio festival d’arte contemporanea.
Csaba István Sánta, fotografo ungherese, si è avvicinato a questa realtà mettendone in risalto l’aspetto umano, cogliendo momenti di quotidianità, narrando cioè quell’atmosfera densa ed avvolgente, di cooperazione, di solidarietà e di provocazione intellettuale, rivelando i suoi protagonisti, quando solo uomini e donne, quando artisti, quando gestori degli spazi. Senza necessariamente distinguere i loro ruoli, li sorprende a manutenere gli ambienti o durante le prove delle performance, accanto alle loro opere o semplicemente mentre bevono una birra o conversano seduti ad un desco spartano. Si muove tra loro come uno di loro, con quella riservatezza che permette di osservare senza richiamare necessariamente l’attenzione. Volge lo sguardo sugli attori di questo grande palcoscenico per arrivare a narrare il luogo, puntando indirettamente il faro sul risveglio artistico e culturale a favore della cittadinanza. L’autore si ispira istintivamente ad una fotografia d’impronta fortemente umanista, che assolve, qui, ad una delle sue funzioni più alte: l’informazione per la sensibilizzazione. È una voce “dal dentro”, che dà un’immagine positiva, propositiva, di operosità e di pubblica utilità di queste persone e del loro agire per il bene comune.
Continua, così, e questa opera fotografica contribuisce certamente come testimonianza, la discussione giuridica, civile e culturale sul coinvolgimento popolare – del cittadino, cioè – nel governo della res publica. “La res publica è cosa del popolo; e il popolo non è un qualsiasi aggregato di gente, ma un insieme di persone associatosi intorno alla condivisione del diritto e per la tutela del proprio interesse”, Marco  Tullio Cicerone, nel suo trattato politico “de re publica”.

 

Biografia

Cinque volte premiato all’Hungarian Press Photo Award, è nato a Sfantu Gheorghe (Sepsiszentgyörgy), Transylvania. Alla fine degli anni ‘90 si trasferisce a Budapest dove impara le basi della fotografia. Gli incontri con Henri Cartier-Bresson nel 2002 e poi con Josef Koudelka lo hanno fortemente influenzato. La fotografia ha aperto un nuovo capitolo nella sua vita, offrendogli molte opportunità di viaggiare. Con l’autostop attraversa la maggior parte dell’Europa, raggiungendo l’Africa. In Estremo Oriente visita Thailandia, Cambogia e Vietnam e la Cina. Il suo scopo è quello di conoscere più culture possibili. Oltre a rappresentare la società, si dedica ai concerti, essendo un grande appassionato di musica jazz. Ha immortalato numerosi musicisti di fama mondiale in Ungheria e all’estero. Ha partecipato a importanti festival jazz in tutto il mondo, come l’Hong Kong International Jazz Festival, il North Sea Jazz Festival, il Montreux Jazz Festival, il Vienna Jazz Festival, il London Jazz Festival, il Torino Jazz Festival, il New York Winter Jazzfest. Ha anche frequentato molti jazz club di New York City, così come le principali sale da concerto di New York City, Londra, Vienna e Budapest. Le sue fotografie sono state pubblicate più volte sul Jazz Times, New York City Jazz Records, Kleine Zeitung, “Pictures of the Year”, ecc. Ha partecipato a numerose mostre collettive e individuali in Ungheria e all’estero. Nel 2014 la sua mostra più importante presso la sede del consolato ungherese a New York.