Portfolio Italia 2020
15 maggio 2021 - 04 luglio 2021
Barbara Fiorillo
Immanenza

di Francesca Lampredi

“Immanenza” indica una realtà che ha rapporto di coessenzialità reciproca con un’altra.
In questo caso si tratta di una condizione esistenziale che dipende strettamente da un contesto collettivo.
La tematica centrale è un’esplorazione dell’individuo nel suo isolamento durante l’emergenza Covid19. Il lockdown di Marzo 2020 ha condotto a una larga riflessione e alla necessità di elaborare le sue conseguenze.
L’autrice realizza un lavoro concettuale articolato in un percorso di 25 foto. La griglia concettuale che viene sapientemente seguita è caratterizzata da oggetti, elementi di vita quotidiana, esigenze, desideri momentaneamente sospesi, collocati davanti al candore di una grande finestra. Questa è serrata, ha la funzione di cornice ma non conduce a un mondo esterno. Quest’ultimo traspare ma non è distinguibile, si presenta irraggiungibile.
La scena è dominata dalla trasparenza della luce e dal bianco. Questi due elementi conducono la rappresentazione alla perdita dell’oggettività, a penetrare su di un piano assolutamente metafisico.
L’autrice presenta gli oggetti, i protagonisti della sua narrazione coperti da un telo di plastica per esprimere sia l’incertezza, l’isolamento dalla quotidianità ma anche per proteggerli dall’esterno e dal contagio. Il pericolo è invisibile e ciò provoca uno smarrimento, una difficoltà maggiore a relazionarsi con un esterno che cessa di essere ciò che è sempre stato. La doppia funzione del telo focalizza l’attenzione sul presente e sul passato. Attraverso gli oggetti si possono compiere ulteriori suddivisioni: alcuni di essi riguardano l’emergenza Covid come la mascherina, il disinfettante, i guanti. Altri invece caratterizzano i desideri dell’individuo: viaggi, interessi culturali, altri appartengono a una vita precedente al lockdown scandita ad esempio dal lavoro, dalla palestra, dai rituali ma anche dai festeggiamenti tipici della nostra società. Gli oggetti che appartengono a una vita quotidiana pre Covid sono ciò che nel presente è vietato, non consentito, mentre nel passato erano parte del proprio sistema di vita, di un’abitudine.
Questo conduce a dover rielaborare e reinterpretare il presente in una condizione di totale esclusione dall’esterno e dalla società.
La propria dimensione intima è appunto in bilico tra ciò che è negato e ciò che invece diviene parte di una nuova quotidianità alla quale non si riesce ad aderire.
L’autrice utilizza una ricca simbologia che diviene riconoscibile allo spettatore e l’elemento rappresentato assume una connotazione universale. Lo smarrimento quindi non è solo più quello dell’autrice ma anche del suo pubblico.
Allo smarrimento segue quell’immobilità, così ben evocata dalla clessidra il cui tempo sembra non scadere mai.

 

Biografia

Inizia a fotografare nel 2010. Dopo una lunga formazione di tecnica ed orientamento con maestri e docenti presenti sul territorio napoletano, approfondisce la sua visione fotografica con Lina Pallotta, conseguendo il master “Shooting From Inside” presso Officine Fotografiche di Roma. Partecipa a workshop di diversi autori, sperimentando differenti generi fotografici: dal reportage con Darcy Padilla, alla staged photography con Richard Tuschman. Il suo sguardo si è evoluto da una fotografia documentaristica e narrativa fino ad una fotografia autobiografica. La matrice della sua indagine è autobiografica e intimista, connessa all’approfondimento di due tematiche principali: le origini/radici e l’identità. Attualmente concentra la ricerca sul tema della memoria, come luogo, come spazio, come stanza, che diventa una cornice in cui rivive la storia. Dal punto di vista formale tende a perseguire un personale concetto di bellezza e armonia, attraverso una ricerca specifica di luce e di colori che la identificano e che caratterizzano le sue atmosfere interiori. Vive e lavora a Napoli.