"Sindrome Paranoide": (B.A.?.)
di Giancarlo Torresani
Correva l’anno 1942. Una terribile storia, quella di Benito Albino Dalser (classe 1916), conosciuta come “il segreto di Mussolini” che vede protagonista il frutto di un “amore” clandestino e la cancellazione dello stesso a causa di una presenza che ad un figlio illegittimo non si poteva riconoscere. Come si può raccontare fotograficamente una storia così drammatica? Luigi Montuoro parte da un’immagine del giovane Benito in divisa da telegrafista, sulla quale la mano materna scrive parole che ne invocano il ritorno, per consolare un cuore senza speranze per il domani. Le immagini che seguono fanno rivivere i momenti più angoscianti di questa esistenza nascosta nei luoghi che, nel loro totale stato d’abbandono, suggeriscono un passato fatto di dolore, solitudine, depressione nel silenzio del manicomio. Sbarre alle finestre, letti abbandonati, mani protese verso una nuova luce, gridano un dolore lancinante da stanze che sembrano ormai appartenere alla polvere. Il lungo corridoio, evocazione di un tunnel senza via d’uscita, e le immagini di alcuni strumenti usati per le presunte cure di una malattia creata ad arte, ci conducono angosciosamente verso quel braccio abbandonato, a simboleggiare la fine di un’esistenza senza più ricordi, sentimenti, aspettative. Non si può non restare sgomenti davanti a questa sequenza, ricca di forti emozioni ma razionalmente strutturata e composta, capace di far rivivere quel buio dell’anima inflitto dall’uomo ad altri suoi simili, solo per togliersi dagli occhi una presenza ritenuta ingombrante. Un lavoro in bianconero con il quale l’autore intende raccontarci, nel sapiente gioco di luci ed ombre delle sue immagini, le paure e le speranze, troppo spesso deluse, di uomini che né colpevoli né malati hanno attraversato la vita oleografica di un uomo che alle fatiche di palazzo Venezia alternava l’incanto familiare di Villa Torlonia.
Biografia
È nato a Tiriolo (CZ) nel 1966, dove ha vissuto fino all’età di trent’anni. Poi si è trasferito prima a Sesto San Giovanni (MI) e di recente ad Arosio (CO). Lavora nel settore informatico. La fotografia lo ha sempre attratto, ma è solo nel 1998, con l’acquisto della prima reflex, che la passione è divenuta desiderio di cercare una interpretazione personale di ciò che si vede attraverso il mirino. L’avvento dell’era digitale gli ha dato la possibilità di controllare nel modo migliore tutto il processo fotografico fino alla stampa, che ama curare direttamente. Predilige realizzare dei portfolio e fotografare è divenuto per lui un mezzo espressivo indispensabile. Alcuni riconoscimenti a livello nazionale hanno gratificato il suo impegno. In particolare con “La Perpetua” ha ottenuto il piazzamento d’onore alla selezione finale del circuito Portfolio Italia 2010 - Gran Premio Epson - Premio Kiwanis Club, dopo la premiazione al 4° “Premio Internazionale Rovereto Immagini” 2010.