Portfolio Italia 2022
26 novembre 2022 - 08 gennaio 2023
Chiara Innocenti
Ri.Corda. Richiamare in cuore

di Isabella Tholozan

Il “femminile” che vive in ogni donna del pianeta è un lungo filo rosso che si sviluppa di passaggio in passaggio, di generazione in generazione; una lunga mappa non solo emotiva, ma anche composta della materia delle tante esperienze che ogni vita raccoglie in sé. Il passaggio di questo bagaglio tra madre e figlia è molto complesso, fiumi di inchiostro sono stati versati nel numero interminabile di pagine scritte su questo argomento non solo dalla scienza, ma anche dalla mitologia, storia, letteratura, arte e tanto altro ancora. La realtà mostra quanto sia potente il desiderio, celato dentro di noi, di porre mano al proprio personale vissuto, rielaborando la personale ed unica esperienza, alla ricerca, a seconda dei casi, di comprensione, rielaborazione, cura. L’arte è da sempre un ottimo veicolo affinché questa azione si compia in modo creativo e non solo, in quanto ogni opera, alla fine del proprio processo, trasformando il sentire in materia, diviene magicamente patrimonio di tutti. La fotografia non è da meno, porgendo attraverso il proprio modo operativo, un medium diretto, allineato alla realtà e nello stesso tempo carico di significati differenti, figli dell’unicità dell’essere che l’ha creata. Con Ri.Corda, Chiara Innocenti compie questa operazione chirurgica di ricerca all’interno della propria memoria familiare, allo scopo di far riemergere la parte animica del proprio vissuto. Sistemare il filo all’interno del proprio telaio, ricordando anche momenti dolorosi, di difficoltà emotiva nella gestione dei rapporti tra madre e figlia.
Essere per capire, sembra essere il motto dell’opera di Chiara: diventare madre aiuta a comprendere, superando i nodi e i fili tramutati in corde, spesso troppo pesanti per poter essere sostenute. Ed è così che piccoli e semplici gesti quotidiani si trasformano in significato, diventano testimonianza di luoghi forse amati, a testimonianza di un passato che ora non esiste più se non nel ricordo di chi lo ha vissuto. Un’opera, quella dell’autrice, che affina il dialogo con l’osservatore utilizzando una lettura non sempre lineare, dove la comprensione è delegata allo sviluppo di quel filo rosso invisibile che identifica il senso del “femminile”. Fare e disfare, come Penelope, è in fondo quello che da sempre le donne fanno con i propri sentimenti e legami di sangue; prima figlie, poi madri, in un continuo vorticare di esperienze e amore, perché penso che il senso universale di questo lavoro stia proprio in questa piccola e grande parola. Amore materno, filiale, non sempresemplice, non sempre vissuto in modo sereno, comunque “amore”, da godere, subire, qualche volta combattere, ma comunque da vivere, perché, anche se ti spettina i capelli, la vita è sempre magica e meravigliosa, proprio per quante emozioni e possibilità ci concede. 

Biografia

Nasce a Firenze il 13 dicembre 1976. Dopo il diploma al liceo classico si laurea in Scienze Agrarie con indirizzo ornamentale. Vive a Montiano, un piccolo paese nelle campagne della maremma toscana ed ha un negozio di fiori. Fin da bambina è stata attratta dalla fotografia e dal teatro percepiti entrambi come mezzi per esprimere quello che sente, quello che è e ciò che vede in piena libertà. La vita l’ha portata però verso altre strade. Nel 2019 frequenta il primo corso di fotografia e da quel momento inizia un costante percorso di studi con autori e professionisti del settore. Tutto questo l’ha aiutata non solo a prendere consapevolezza di sé stessa, ma soprattutto a capire l’importanza del linguaggio fotografico e la grande responsabilità che abbiamo tutte le volte che produciamo immagini. Ha esposto in varie mostre: nel 2021 “Gli iracondi”, Cassero senese, Grosseto (collettiva, “La maremma per Dante”); “Let’s Fly”, CIFA, Bibbiena; “Ri.Corda. Richiamare in cuore” Mantova, Biennale della fotografia femminile, Circuito OFF; “Ab ovo usque ad mala”, Cassero senese, Grosseto (collettiva) e nel 2022 “Reginae”, Polo culturale Le Clarisse, Grosseto (collettiva). Ha vinto premi ed avuto ammissioni: nel 2021 1° premio categoria ritratto, “The wait” a Imagorbetello, 1^ classificata al 22° FotoConfronti di Bibbiena con il progetto “Let’s Fly”, segnalata al premio Musa per donne fotografe con il progetto “Let’s Fly”, 1° premio Biennale della fotografia femminile con il progetto “Let’s Fly” a lettura “Non c’è limite al limite” di Mantova, nel 2022 2°classificata al 23° FotoConfronti di Bibbiena con il progetto “Ri.corda. Richiamare in cuore” e 1° classificata categoria progetti con “Let’s Fly” ad Imagorbetello.