Sua cuique Persona
di Luca Sorbo
Il mondo di Paolo Ferrari si nutre di arte. I quadri, gli autori sono una presenza quotidiana nella sua vita, sono amici fedeli con cui confrontarsi.
La pandemia ha completamente sconvolto i nostri punti di riferimento, quello che era abitudine, normalità è diventato qualcosa da conquistarsi. Il teatro della vita, appiattito dall’emergenza sanitaria, ci obbligava a ruoli, a volte, innaturali, ci obbligava a comportamenti codificati dall’autorità legislativa. Questa dimensione esterna, così pervasiva ed invasiva, ha suggerito a Paolo di interrogarsi sul suo immaginario sedimentato fin da bambino. Ha pensato che anche i protagonisti di alcuni tra i più famosi quadri della storia dell’arte vivessero la nostra stessa emergenza ed attraverso la fotografia ha visualizzato questa sua fantasmagoria. La pandemia è stata, però, solo un elemento scatenante di una riflessione sul mutare della realtà sociale che coinvolge lo sguardo di Paolo da molto tempo. L’arte nasce dall’esperienza dei singoli autori, ha radice nella carne viva dell’artista, ma poi quando l’opera ha un riconoscimento sociale di grandi dimensioni si trasforma in un’icona, cioè in un’immagine familiare, il cui senso viene codificato in maniera rigida. Giocare con queste icone significa confrontarsi con la sedimentazione di significati che la società ha voluto attribuirgli, a volte non sempre corretti da un punto di vista storico. L’opera quando diventa icona diventa parte della società, diventa così popolare che la sua riconoscibilità è immediata. La Ragazza col turbante di Jan Vermeer, la Gioconda di Leonardo Da Vinci, la Nascita di Venere di Botticelli, Gli Amanti di Magritte sono parte della nostra vita, anche se probabilmente non conosciamo precisamente la loro genesi ed il loro ruolo all’interno della storia dell’arte. Le icone, in qualche modo, diventano delle presenze che ci accompagnano nei nostri discorsi e nel nostro organizzare il mondo per poter comprendere il senso della vita. La pandemia ha così tanto modificato il nostro vivere che anche le icone dovevano essere coinvolte in questo cambiamento.
Il lavoro fotografico di Paolo ha un grande pregio visivo, cattura la retina con l’abilità tecnica e ci obbliga immediatamente ad immergersi nel suo interrogarsi. C’è una raffinata ironia nell’attualizzare le figure protagoniste dei quadri. Sicuramente la Venere di oggi non può fare a meno del phon. Gli abiti moderni non tolgono il fascino dell’opera, anzi ne affermano ancora di più l’universalità. Paolo utilizza la fotografia come strumento per riflettere sul presente, la sua ricerca creativa ha sempre bisogno di una motivazione forte, non si trastulla in vuote ricerche formali, anche se la ricerca formale è una necessità per dare forza ai suoi contenuti. La fotografia è una pratica continua ed i tanti progetti realizzati ne sono una testimonianza. Il suo guardare sa leggere l’invisibile che la superficie rivela, la sua sensibilità, sobria e potente, sa registrare la contraddizione del reale. La macchina fotografica è un’amica fedele di cui conosce ogni recondito segreto ed a cui rivela le sue ansie e paure, sicuro che lei le registrerà in modo efficace.
Biografia
Nasce a Mirandola (MO) nel 1978. Professionalmente Senior Machinery Safety Consultant per l’ambiente biomedicale, per passione fotografo. In adolescenza passa dai pennelli alla macchina fotografica e nel 2007 frequenta il corso base di fotografia digitale del Photoclub Eyes di San Felice sul Panaro, ambiente nel quale ha la possibilità di incontrare e conoscere sia appassionati che grandi autori internazionali. Dal 2017 al 2020 ricopre l’incarico di Direttore della Galleria FIAF di San Felice s/P e allo stesso tempo diviene responsabile del laboratorio del Dipartimento Giovani Collettivo EyesYoung. Socio FIAF dal 2015 è stato riconosciuto miglior Talent Senior FIAF nazionale nel 2018. Tra le esposizioni: in mostra in più occasioni al CIFA di Bibbiena, nel 2019 viene esposto presso ImageNation in occasione del Paris Photo nella sezione Daily Poetry e nel 2020 presso il Museo della Fotografia Italiana di Brescia. Tra le pubblicazioni: circa 70 foto pubblicate su Il Fotografo (edizioni Sprea) dal 2010 ad oggi, più di 130 foto pubblicate su Fiafers (FIAF) dal 2018 ad oggi, una decina di pubblicazioni online su vari magazine internazionali quali EyesOpen e Collateral e varie pubblicazioni cartacee quali monografie collettive FIAF, annuari FIAF, Riflessioni nonché alcuni articoli su Fotoit e relativa copertina in ottobre 2022. Tra i riconoscimenti più importanti: 2°classificato a Fotografia Europea 2017, Atelier Viaduegobbitre (RE) sezione Lettura Portfolio - Menzione speciale al 14° Fotoarte in Portfolio 2017, Taranto, Portfolio Italia FIAF - Menzione speciale al 69° Congresso Nazionale 2017, Sestri Levante (GE), Portfolio Italia FIAF - Finalista di Portfolio Italia 2022 in quanto 2°classificato al 13° Portfolio in Rocca, San Felice s/P (MO).