Portfolio Italia 2022
26 novembre 2022 - 08 gennaio 2023
Sara Grimaldi
Ho visto Nina volare

di Stefania Lasagni e Massimo Mazzoli

L’opera scaturisce dalla sensibilità di una giovane autrice che ci attrae nel suo cosmo interiore avendo come unica intenzione una connessione mentale spoglia di sovrastrutture.
Ogni immagine è frutto di una sensazione, un’emozione che si fa pensiero e materia.
La sequenza fotografica accompagna lo sguardo lungo un itinerario tortuoso, intricato al punto da risultare oscuro, ma l’autrice ne è ben consapevole, non può agire diversamente, non può scegliere altrimenti. È quella la strada che ha dovuto percorrere, Sara non ha avuto scelta se non quella tra resistere e lasciarsi andare, così ha deciso di immergersi nella profondità più recondita dell’oceano dell’anima, cercando a lungo un riparo dalle correnti agitate, una tana protetta dove ritrovare una quiete, un ricovero segreto, esclusivo, per sé. Nella vertigine del tumulto, a stento attutita, a fatica gestita, qualunque tregua è oltremodo preziosa. Ogni scatto è respiro, frammento raccolto tra gli altri, frame acquisito da un cortometraggio infinito che continuamente si riavvolge e che, incessantemente, si trasforma. Una falce di luna appare, appena visibile, in una notte di buio pressoché assoluto, immenso e lontano, un invito ad avvicinarsi silenziosamente e con attenzione, ma subito si viene accecati dal riflesso di uno specchio che preclude la visione, nasconde ed allontana. Tanti sono i simboli disseminati sul percorso in perenne contrapposizione, apparizioni e occultamenti, luci e ombre, rotture, anestesie, incubi e risvegli. Incessante, quasi ossessiva, la ricerca della sembianza del proprio volto, una fisionomia cangiante che muta come muta quel dolore così presente, ossessivo e al tempo stesso inseguito, braccato, agognato, necessario. Lo sguardo viene sospinto e risucchiato, invitato ad entrare e poi respinto.
Universo instabile quello che circonda l’anima di Sara, uno spazio privato nel quale nemmeno gli elementi più ovvi, prevedibili, tengono fede al proprio nome, le montagne sono onde impetuose pronte a travolgere, il cielo uno spazio chiuso privo di ossigeno nel quale si apre una ferita di sangue, l’acqua un fluido denso, velenoso. Nemmeno la gravità mantiene fede alle sue regole. La scelta cromatica è congrua alla narrazione. Il rosso, colore delle emozioni e dei sentimenti più istintivi, rabbia, vergogna, energia, passionalità e desiderio è associato ad elementi quali il sangue e il fuoco. Il blu, colore della calma e della serenità è legato a condizioni emotive sospese, in costante avvicendamento tra nostalgia e introspezione, tra quiete e tensione.
Il ritmo dell’opera sembra seguire il tempo dettato da un miocardio in fibrillazione, un movimento asincrono che rende palese lo smarrimento emotivo, la presenza, inevitabilmente dissonante, di due sguardi discordanti. Due entità distinte in coesistenza forzata, in bilico, come su quell’altalena, tra visione e sgomento, sulla quale lasciarsi andare alla proiezione fanciulla, ma su cui appare impossibile trovare equilibrio.

Biografia

Nasce a Milano nel 1995. Svolge la professione di educatrice, lavoro che l’appassiona, la stimola e la arricchisce umanamente ma è proprio da questo lavoro che nell’inverno 2019 prende una pausa necessaria per via di un lungo ricovero in una clinica psichiatrica riabilitativa. L’approccio alla fotografia arriva un anno prima e da quella forte esperienza segue la spinta ad osservare il mezzo fotografico con occhi nuovi. Nasce così un linguaggio espressivo personale che si compone di immagini e parole in forma poetica, arricchiti dai workshop di scrittura creativa e poesia tenuti dalla scrittrice Silvia Vecchini. Dopo aver frequentato l’Istituto Italiano di Fotografia, decide di proseguire la propria formazione artistica seguendo corsi e workshop mirati, essendo diventata impellente la necessità di esprimersi attraverso l’autoritratto. Inizia così un percorso che la porta a sviluppare diversi progetti autobiografici, guidata dalla fotografa Simona Ghizzoni. Ad oggi, Sara continua il suo lavoro come educatrice, investendo al contempo energie e risorse nella ricerca artistica, prestando particolare attenzione alla tematica della salute mentale.