Portfolio Italia 2022
26 novembre 2022 - 08 gennaio 2023
Stefania Adami
Adagio Napoletano

Opera finalista

di Luisa Bondoni

Adagio napoletano
dimostra come si possano raccontare storie ancora oggi, riuscendo ad essere originali e personali. Dimostra come sia importante l’ombra del fotografo che si nasconde dietro la macchina fotografica, come la sua esperienza personale influenzi e arricchisca l’esito finale del lavoro. Napoli è, per antonomasia, riconducibile ad alcuni stereotipi: la si dipinge spesso come rumorosa, affollata, a volte eccessiva, legata al folklore e a miti laici e religiosi.
In passato Napoli è stata più volte soggetto di grandi fotografi: nel 1962 esce il volume Napoli una città nei suoi personaggi con testi di Vittorio De Sica e fotografie del tedesco Herbert List. Il titolo stesso del libro suggerisce però l’aspetto più importante di questa città, perché sancisce quel connubio imprescindibile tra il luogo e le sue genti.
Stefania Adami racconta la complessità dei Quartieri Spagnoli, quel tessuto urbano che aveva conosciuto trent’anni fa e che si è trovata a riscoprire oggi, come una sorta di contemporaneo flâneur, libera dai pregiudizi e con la sola voglia di conoscere e di creare uno scambio con i suoi abitanti.
Le case hanno le porte spalancate, non c’è separazione tra vita privata e pubblica, le finestre sono la connessione tra l’interno intimo e familiare e l’esterno. I protagonisti si affacciano, ridono, scrutano, lavorano, sospirano e sognano. Qualcuno semplicemente fuma, avvolto da una nebbia acre e densa di una sigaretta, circondato dai simboli di quella religiosità che tanto è presente in ogni angolo di questi vicoli. Siamo lontani dalle porte chiuse, dalle inquietanti finestre cieche di Mimmo Jodice in Vedute di Napoli pubblicato nel 1980. Influenzato dal surrealismo e dalla metafisica, l’autrice ci pone in una condizione di attesa e di sospensione, sottolineando la potenza evocativa delle cose, l’emotività dei luoghi e degli spazi, in cui scompaiono la figura umana e ogni riferimento temporale, cristallizzando il tempo.
In questa sequenza invece troviamo il ventre pulsante del quartiere, l’anima della comunità, il suo lato più intimo, rappresentato dalle persone che vivono e si specchiano in uno spazio che ci viene raccontato sovrapponendo nella stessa immagine diversi piani della stessa storia. E allora il nostro sguardo incrocia quello di un’anziana signora che si affaccia alla finestra, in perfetta armonia con l’uomo dai tatuaggi evidenti del primo piano; chiediamo una sigaretta al signore che sbuca dal davanzale e sembra sfidarci con sguardo arcigno o seguiamo i gesti della sarta aiutata dal marito. I ritratti ambientati si alternano a dettagli che ci trasportano in una dimensione fatta di bucato steso ad asciugare all’ombra dei vicoli, di motorini aggiustati con il nastro adesivo, di stivali con il tacco abbandonati agli angoli delle strade, di palloncini accatastati vicino ai bidoni dell’immondizia a ricordarci che la festa è finita. Tutto riconduce all’interesse per la realtà umana, portando alla luce come tra questi vicoli, il tempo privato diventi un tempo collettivo.

Biografia

Classe 1962, nasce e vive in Garfagnana (LU). All’età di undici anni riceve dal padre una fotocamera con la quale inizia da autodidatta un lungo percorso di formazione. Una spiccata passione per la fotografia di reportage, intesa soprattutto come strumento d’incontro, la porta a viaggiare per le strade del Mondo e dell’Uomo. Nel 1995 si associa al circolo Fotocine Garfagnana ed alla FIAF, vince numerosi concorsi ma soprattutto impara a lavorare sui progetti e sulle idee. Sue opere vengono premiate nei più importanti contest nazionali, fra i quali la prima edizione di Porfolio Italia, nel 2004, con un 2° posto alla finalissima. Nel 2013 è ancora finalista di Portfolio Italia con un lavoro autobiografico sulla donna colpita da tumore al seno. Innumerevoli le mostre personali e collettive in tutta Italia, le pubblicazioni su libri fotografici e periodici a tiratura nazionale e la partecipazione a tavole rotonde e serate ad invito. L’opera L’inquiLinea del 2014 è esposta in via permanente nel museo a cielo aperto di “Bibbiena Città della Fotografia”. Nel 2018 le viene assegnato il titolo di Fotografo dell’anno FIAF ed esce la monografia Una privata consapevolezza, mentre nel 2021, per la collana multimediale FIAF, viene prodotto l’audiovisivo omonimo sulla sua storia fotografica e poetica. Nel 2022 vince il premio “Fosco Maraini” per il miglior reportage e si aggiudica il primo premio al Portfolio in Rocca di San Felice sul Panaro.