Venti fotografie Venti storie Venti anni
Dal 11/10/2025 al 16/11/2025
Paolo Woods
Far West cinese

 Per placare la sua sete di petrolio, il suo appetito per le materie prime, metalli rari e legnami preziosi, il governo di Pechino sta inviando in Africa le sue aziende di Stato e eserciti di imprenditori avventurosi. Per le migliaia di cinesi emigrati negli ultimi decenni, l’Africa rappresenta la promessa di una frontiera del XXI secolo. Alcuni hanno già fatto fortuna e gestiscono attività che si estendono su vaste regioni dell’Africa, altri continuano a vendere merci a basso costo lungo le strade roventi di alcuni dei Paesi più poveri del mondo. Per molti africani, l’arrivo dei cinesi è forse l’evento più importante dai tempi della decolonizzazione. I cinesi non si comportano come gli ex colonialisti. Costruiscono strade, dighe e ospedali in cambio di accesso alle materie prime e conquistano il popolo. Non parlano né di democrazia né di trasparenza e conquistano i governanti. Ho documentato la trasformazione causata dai cinesi in Africa, oggi maggior partner commerciale del continente, accompagnandoli lungo le ferrovie dell’Angola, attraverso le foreste del Congo e i bar karaoke della Nigeria. Dalle campagne aride della Cina centrale alle poltrone in pelle dei ministri africani, ho fotografato l’arrivo dei cinesi che sono andati in Africa per fare fortuna e che hanno investito la loro vita e il loro denaro in un continente che molti in Occidente hanno a lungo considerato adatto solo per l’elemosina. Mentre lavoravo, ho cercato di sviluppare un linguaggio visivo che mescolasse il contenuto del fotogiornalismo classico con la fotografia ritrattistica, ma che giocasse anche con elementi dell’immaginario coloniale e della fotografia propagandistica tanto cara all’establishment cinese. Entrare in contatto con i cinesi in Africa è stato il compito più difficile che abbia mai intrapreso. I cinesi vogliono mantenere un basso profilo sulle loro attività commerciali in Africa. Spero che queste fotografie ritraggano un fenomeno e una nuova dimensione che non sono solo il prodotto della globalizzazione, ma anche la sua realizzazione definitiva.