Sulla scia della Primavera Araba, nel marzo 2011 in Siria esplodono manifestazioni popolari che chiedono al presidente Bashar al-Assad di avviare riforme per costruire uno Stato democratico. La risposta del regime è violenta: le forze armate vengono schierate per reprimere nel sangue le proteste, trascinando il Paese in una guerra civile devastante. Nell’estate del 2012, Aleppo diventa la roccaforte dell’Esercito Siriano Libero e il teatro delle battaglie più cruente. Ribelli, armati soprattutto di Kalashnikov, affrontano quotidianamente carri armati e bombardamenti, trasformando la lotta in un massacro che cancella migliaia di vite civili. Tra ottobre e novembre 2012 vivo con i combattenti dell’FSA, documentando la dura realtà di questo conflitto e il suo impatto sulla popolazione. La guerra si protrae per anni fino a dicembre 2024, quando Hayat Tahrir al Sham (HTS) fa cadere il regime di Assad. Torno in Siria, per completare il lavoro iniziato con queste fotografie, diventate memoria di una tragedia durata oltre un decennio che ha causato più di mezzo milione di vittime.