Nowhere - Opera Vincitrice
Con Nowere, Fabio Dominicali ci invita ad esplorare un percorso intimo attraverso immagini del vero, realizzate in tempi e luoghi diversi e con un editing capace di ricreare il fascino di una realtà che non si trova da nessuna parte, poiché nasce nella mente dell’autore. I paesaggi naturali aperti e sconfinati, la maestosità delle montagne, le atmosfere silenziose e le inquadrature in “piano americano”, decise ma prive di giudizio, mostrano quanto forte sia stata per l’autore l’influenza del linguaggio estetico della cultura d’oltreoceano: non quella frenetica delle grandi città, bensì quella più isolata, ai margini della società, in cui lo spazio prende il sopravvento su un tempo che sembra essersi fermato. Nel suo lavoro è naturale il richiamo ai paesaggi incontaminati di Robert Adams o alle Prospettive americane di Joel Sternfeld, o ancora allo stile lirico e malinconico di Alec Soth. Anche la cinematografia ha lasciato un’impronta sulla modalità espressiva dell’autore: le sue fotografie sembrano uscire dalle atmosfere sospese di Twin Peaks di David Linch o dagli spazi sconfinati de I segreti di Brokeback Mountain di Ang Lee.
Nowere appare fin da subito come un percorso immaginario e poetico, dove prendono forma due serie di ritratti che mettono in evidenza la dualità della narrazione. La prima riguarda la natura in quanto tale, mostrata nella sua imponenza e matericità, nella forza dei suoi elementi e del suo ciclo vitale. L’altra mostra l’uomo, con il suo modo di imporsi e plasmare la natura, il legame con i suoi simboli e i suoi totem. Lo sguardo resta neutro, poiché non è del singolo individuo che si tratta, ma dell’essere umano in quanto tale, nelle sue forme, nelle sue età e nella sua autenticità come essere vivente. I colori caldi e accoglienti catturano l’attenzione e lasciano con il fiato sospeso chi è predisposto a condividere il viaggio, mentre l’uso combinato del linguaggio di un bianco e nero quasi materico lo spingono alla ricerca di sensazioni altrimenti mascherate dal colore. Il raccoglimento attorno al focolare domestico, suggerito dalla foto di chiusura, contribuisce infine a intensificare la percezione di un incontro intimo e profondo.
Come afferma lo stesso Dominicali: «Nowere non è un luogo geografico, ma uno spazio mentale». Una ricerca visiva intima che, attraverso un crescendo emotivo di desiderio di connessione tra individuo e ambiente, porta ad una vera e propria fusione tra le due entità e alla realizzazione finale della loro coincidenza. Nowere mostra immagini potenti e suggestive in un racconto coinvolgente ed evocativo, che ben si presta a un immaginario condiviso. Un invito a riflettere non solo su noi stessi, ma anche sul mondo che ci circonda, sui pericoli che nasconde e sulla bellezza che offre, ma anche sulla necessità di superare il significato letterale di ciò che viene rappresentato e guardare oltre la superficie delle cose.
di Vincenzo Gerbasi


