Portfolio Italia 2025
30/11/2025 - 06/01/2026
Erich Perrotta
Un gallo da solo non tesse un mattino

Un gallo da solo non tesse un mattino: avrà sempre bisogno di altri galli. Di uno che afferri il suo grido e lo rilanci a un altro; di un altro che raccolga il grido precedente e lo trasmetta ancora; e di molti altri galli che, intrecciando i loro fili di sole, contribuiscano a tessere il mattino.
(da “Tessendo il mattino” di João Cabral de Melo Neto)

Nel suo lavoro fotografico Un gallo da solo non tesse un mattino, Erich Perrotta – veronese, archettaio di mestiere e fotografo per necessità interiore – ci conduce dentro un universo apparentemente silenzioso, ma profondamente vibrante: quello della liuteria artigianale. Attraverso immagini in pellicola e medio formato, Perrotta costruisce una narrazione visiva che intreccia gesto, materia e tempo, restituendo fragilità e forza di un mestiere antico, oggi sempre più a rischio di scomparire.

Il titolo del progetto riprende il verso iniziale della poesia di João Cabral de Melo Neto, poetico e politico insieme: nessuno crea da solo. Né l’artigiano che costruisce un arco, né il fotografo che lo cattura. Ogni oggetto, ogni immagine, nasce da relazioni invisibili tra mani, materiali, memorie, foreste e animali.

La fotografia di Perrotta diventa archivio e atto di resistenza. I materiali tradizionali della liuteria – pernambuco brasiliano, ebano africano, palissandro, fanone di balena – sono sempre più rari, vittime dello sfruttamento industriale, della crisi climatica e della perdita di biodiversità. La loro presenza nel progetto non ha solo valore documentario, ma simbolico: segna il confine fragile tra essere umano, animale e artigianato.

Accanto agli strumenti di precisione – custodi di una sapienza sedimentata nel tempo – compaiono immagini intime della madre e del padre del fotografo, presenze familiari che intrecciano storia personale e memoria collettiva. Perrotta non si limita a documentare un mestiere: esplora il paesaggio invisibile che lo rende possibile, tra passato e presente, conoscenza tramandata e adattamento necessario. Il liutaio contemporaneo emerge come figura liminale: custode di una tradizione millenaria, testimone della sua lenta erosione.

La scelta della pellicola non è nostalgia, ma coerenza: lentezza, attenzione ai ritmi antichi del fare, rispetto per la manualità condivisa tra liuteria e fotografia analogica. Entrambe richiedono cura del tempo, della materia e della memoria.

Un gallo da solo non tesse un mattino è dunque più di un progetto fotografico: è un’ode silenziosa al lavoro umano e alla materia vivente, alla relazione tra cultura e natura, alla costruzione di strumenti visivi e sonori che ci permettono di ascoltare, toccare e comprendere. Ci invita a osservare ciò che rischiamo di perdere: non solo un mestiere o un suono, ma una visione del mondo fondata sull’ascolto e sulla connessione.

di Antonella Monzoni