Nuance
Non bianco. Non nero. È nello spettro di una fantasmagoria di variabili cromatiche che si gioca la vita dei ventenni. In questo decennio, la loro visione da non più adolescenti e non ancora adulti è uno specchio traboccante di possibilità. Uno spazio di tempo che si colora ogni giorno di idee, promesse, ricordi, delusioni, sogni, aspettative, incertezze, riscatti, resilienze. I ventenni sono quel luogo antropologico, sociologico e psicologico all’interno del quale le sfumature emozionali ed esperienziali si fanno segnatamente vivide con le loro ombre e le loro luci sempre in equilibrio precario. È proprio questa dimensione instabile e allusiva che, con sguardo delicato e riflessivo, Paolo Ferrari ha esplorato con il lavoro “Nuance”. Un portfolio dal carattere fortemente concettuale e simbolico, costruito su una solida struttura narrativa, estetica e formale che, con il suo linguaggio efficace e contemporaneo, ci fa riflettere sulle fluttuazioni degli stati d’animo che pervadono la creatività esistenziale dei soggetti appartenenti a questa fascia d’età.
I dittici di “Nuance”, dallo stile perfettamente curato, afferrano e confermano un’essenzialità espressiva che comunica efficacemente per sineddochi, metonimie, metafore e ossimori. Lo schema segue una logica ben precisa: un ritratto sapientemente camuffato, a sinistra; un elemento paesaggistico o urbano finemente ricercato, a destra. Dalla coppia di immagini ne scaturisce mentalmente una terza. Quella sintesi visuale che capta significati indefiniti, allusivi. Sfumati, appunto. E così la dorata vitalità di un girasole si smorza nel rigoroso prospetto di un’abitazione con la sua porta inaccessibile: voglia di fare e paura di sbagliare si esprimono nella precarietà di un gioco delle parti che guarda a un futuro imperscrutabile. Un allettante mappamondo si proietta in un inverosimile pallone sospeso in mare aperto: desiderio di esplorare il mondo e consapevolezza della complessità che quest’intento porta con sé si traducono in viaggi ideali ma non certo impossibili. O ancora, la rigogliosità di una foglia verde si contrappone all’inquadratura finestrata di un albero spoglio: la condizione della giovinezza, di cui la primavera è chiara metafora, porta in sé, come l’immagine dello yin-yang cinese, il pensiero e anche la previsione della stagione autunnale avvenire, metafora questa volta dell’età senile. Di questa fantasmagoria di realtà, delle sue svariate visioni tonali e dei suoi echi – caldi e/o freddi, tenui e/o intensi, opachi e/luminosi – le fotografie di Ferrari si fanno portavoce.
Attraverso l’occhio lucido della fotografia, “Nuance” ci offre delle suggestioni e delle evocazioni sulle complesse dinamiche dell’immaginario post-giovanile, fatto di identità uniche e irripetibili, ognuna con le proprie sfumature, che complessivamente tessono un patchwork eclettico, variopinto e certamente ammaliante, dove si posa lo sguardo dello spettatore alla ricerca delle sue storie e dei suoi colori da immaginare.
di Fabiola Di Maggio


