Portfolio Italia 2025
30/11/2025 - 06/01/2026
Rocco Scattino
L’Arte dall’Immondizia

 La “trash art” (arte del rifiuto) nasce negli anni ’60-’70, in parallelo con le prime forme di arte del riciclo e con l’arte povera. In fotografia si afferma più tardi, con l’aumento della sensibilità ambientale, riuscendo a trasformare il rifiuto in linguaggio, la rovina in testimonianza, l’oggetto dimenticato in forma di bellezza.

Questa forma di arte contemporanea utilizza rifiuti, scarti e oggetti di recupero come soggetti o materiali visivi per creare immagini dal forte impatto estetico e concettuale. Nato come denuncia ambientale, il movimento si è evoluto in una corrente artistica capace di unire creatività, critica sociale e riflessione ecologica.

In questo ambito si colloca il lavoro di Rocco Scattino, fotografo eclettico che da oltre vent’anni guarda al rifiuto come possibilità estetica, testimoniando l’enorme quantità di oggetti che produciamo e consumiamo ogni giorno. Le sue immagini costituiscono un messaggio audace sui comportamenti inconsci della vita quotidiana, lasciando all’osservatore il compito di riflettere sulle conseguenze inevitabili delle nostre abitudini.

Nei suoi scatti emergono frammenti di ciò che lasciamo dietro di noi: plastica, metallo, carta, brandelli di una quotidianità consumata e gettata via che, attraverso l’obiettivo di Scattino, assumono nuova dignità. Qui la fotografia non giudica, ma trasfigura: la ruggine diventa colore, la plastica luce, la carta silenzio.

In questo processo visivo, Scattino non si limita a documentare il degrado: ricostruisce un ordine poetico a partire dal caos. La materia residua, simbolo di un mondo saturo, diventa strumento di bellezza estetica e di riflessione, portando con sé la possibilità di rinascita. A differenza di Chris Jordan, Scattino non sistema i rifiuti né crea set: lascia tutto com’è, così come l’uomo ha compattato, affinché ogni scatto racconti la tensione tra bellezza e repulsione, vita e decomposizione, consumo e memoria.

Si può parlare, allora, di una forma di ecologia estetica che invita a guardare ciò che normalmente evitiamo, a scoprire un’estetica del disuso, un’armonia possibile dentro il disordine. La forza della trash art risiede proprio in questa contraddizione visiva: mostrare ciò che è rifiuto in modo attraente per riconsiderare i concetti di bellezza.

Le immagini di Scattino non sono solo un atto artistico, ma un gesto politico e spirituale, un modo per restituire senso a ciò che sembra perduto: un’eredità artistica dall’immondizia. Fotografare i rifiuti significa, in fondo, fotografare noi stessi, le nostre tracce, i nostri limiti, la nostra storia collettiva fatta di materia e tempo. In una società dell’eccesso, dove tutto è consumo e scarto, la fotografia trova un nuovo inizio e diventa un atto di resistenza.

di Raimondo Musolino