Portfolio Italia 2025
30/11/2025 - 06/01/2026
Gianluca Ferrero
Quel bambino

 Talvolta una semplice fototessera può portare i nostri pensieri lontano, condurci verso un tempo che abbiamo già attraversato, ma del quale riusciamo a mettere insieme solo pochi frammenti sfuocati. Dettagli di vita erosi dagli anni come foto ricordo sbiadite dal tempo. E dove il ricordo si affievolisce i nostri pensieri sentono il bisogno di colmare quei vuoti ricostruendo una memoria, riattivare una storia al tempo stesso personale e universale. Ecco che la fotografia può venire in aiuto: una fotografia fatta di quella emozionalità e imprevedibilità che sembra appartenere al mondo dei sogni e che ci parla attraverso flashback, mossi e sfuocati. Questo è il linguaggio che Gianluca Ferrero ha saputo ben utilizzare per raccontarci il suo viaggio indietro nel tempo. Non le risposte che cercano di restituirci i sorrisi di occasione delle foto ricordo, ma tante domande che scaturiscono dalla indeterminatezza delle immagini, con i colori che lasciano il posto alle forme, in un bianco nero deciso, e le forme che lasciano spazio ai pensieri.

Il tutto nasce da un bisogno quasi terapeutico di capire e finalmente poter dare un nome a cose e attimi di vita. Immagini scattate in strada, con inquadrature guidate da emozioni e ricordi, a cogliere scene forse inconsciamente cercate da sempre che solo ora possono trovare una loro giusta collocazione. Il lavoro di Gianluca Ferrero è passato obbligatoriamente attraverso la rilettura dell’archivio fotografico di famiglia, dove le immagini sono state rivisitate con occhi diversi alla ricerca delle connessioni tra le foto scattate decenni fa da suo padre e quelle realizzate da lui oggi. Questi sottili legami tra ciò che è stato ed il sentire dell’autore nel presente hanno dato vita ad una indagine intima su di lui e sulla storia della sua famiglia, alimentata anche dal ricordo dei racconti ascoltati da bambino.

In particolare, il ritrovamento di una fototessera, forse scattata quando l’autore aveva sei anni, è la spinta a ridare voce ad un bisogno probabilmente sopito da tempo e l’invito ad iniziare un progetto di narrazione personale attraverso una serie di scatti realizzati in luoghi dell’infanzia, ma anche legati al passato recente. Con l’aiuto di un attore, incontrato quasi per caso e che si è trasformato nel suo alter ego, l’autore è riuscito a mettere in scena ricordi, stati d’animo e tensioni interiori. Magia della fotografia, custode di ricordi, capace di riattivare memoria, portare il nostro sguardo a nuove consapevolezze su luoghi ed eventi anche lontani nel tempo.

Il lavoro di Gianluca Ferrero è quindi un percorso attraverso il bisogno di ricordare, ma forse anche quello naturale di dimenticare. Non c’è nostalgia e voglia di tornare indietro in questa sequenza che si conclude con la fototessera di quel “piccolo lui” dallo sguardo interrogativo e curioso.

di Marco Fantechi