In salute e in malattia
Nel panorama contemporaneo della fotografia documentaria, spesso dominato da racconti fotografici sensazionalistici e da estetiche costruite, il lavoro di Antonino Fermani si distingue per sobrietà e profondità emotiva. In quasi vent’anni di progetto, l’autore ha seguito da vicino la vita di una coppia, ritraendone l’intimità con uno sguardo partecipe ma mai invasivo. Il suo progetto “In salute e in malattia” è una narrazione visiva che attraversa il tempo e restituisce, con delicata intensità, la quotidianità di un legame che resiste, muta e si rafforza. Il progetto presentato al 16° Premio “Portfolio Lodi”, ultima Tappa dell’edizione 2025 di “Portfolio Italia”, si è classificato al secondo posto. La sequenza di dodici immagini in bianco e nero, realizzate tra il 2005 e il 2023, si presenta come un diario silenzioso. Nel reportage apprezziamo come Fermani osserva e documenta senza alterare: la sua è una fotografia che si nutre di fiducia e prossimità, dove il gesto minimo, uno sguardo, una carezza, la preparazione di un pasto, diventa segno di una complicità profonda, consolidata dal tempo e dalla vita vissuta. La scelta del bianco e nero non è stilistica ma narrativa: priva il tempo di coordinate esteriori, lasciando emergere l’essenziale. Le immagini evocano per sobrietà e densità emotiva lo stile di alcuni autori straordinari del Novecento, di fatti in esso emergono la delicatezza poetica di Werner Bischof, l’attenzione per l’umano quotidiano di David Seymour (Chim), e la compostezza quasi meditativa di Herbert List. Tutto ciò fa pensare alla profonda cultura fotografica dell’autore che in punta di piedi e con tanta modestia, così come quando presenta il suo progetto ai lettori, cerca di trasmettere le emozioni che prova quando pone il suo occhio dietro all’oculare della macchina fotografica. Negli anni, oltre a cambiare il volto dei soggetti, cambia anche lo stile fotografico di Antonino, che passa da una fotografia istintiva ad una fotografia raffinata e ragionata. Ad ogni modo, quello che non cambia è la necessità di preferire la persistenza all’eccezione: l’autore non racconta un evento, ma una presenza. Le immagini si fanno testimoni di un patto affettivo tra due individui che attraversa le stanze, i corpi e le stagioni della vita. “In salute e in malattia” è più di un reportage: è un atto d’amore silenzioso verso chi ha scelto di restare, ogni giorno, uno accanto all’altro. Una meditazione visiva sul tempo, sull’intimità e sulla forza invisibile dei legami che resistono.
di Gianluca Colonnese


